Peggiora di giorno in giorno, a Nettuno, lo stato dello stadio "Celestino Masin". Lo storico impianto per il calcio, corredato da una pista d'atletica, è chiuso dall'estate del 2017, quando la Giunta a Cinque Stelle decise di cambiare i lucchetti e impedire l'accesso all'impianto in quanto c'erano alcune problematiche di sicurezza, da affrontare attraverso un restyling profondo e un nuovo affidamento.

Tutto questo, però, sia nell'era grillina che in quella commissariale, non è accaduto e il risultato è sotto agli occhi di tutti: basta affacciarsi vicino ai cancelli di via Scipione Borghese e alla recinzione - peraltro contornata da erba molto alta - per vedere che, di fatto, sia il campo da calcio che la pista di atletica non esistono praticamente più.

L'erba, alta e secca, è ormai piuttosto alta e "abbraccia" tutta l'area del campo sportivo, incluse le pertinenze e le zone esterne.

Le strutture un tempo utilizzate dalla società di atletica, oggi "costretta" a una soluzione alternativa indoor per portare avanti quella che è sempre stata un'eccellenza locale e internazionale, sono abbandonate alla mercé delle intemperie, così come lo sono anche gli spogliatoi, che hanno riportato diversi danni nel corso del tempo.

Stesso discorso per le tribune, con quella centrale che, già prima della chiusura dell'impianto, era stata interdetta per motivi di sicurezza: purtroppo, quella porzione di stadio dovrà essere demolita, prima o poi, dicendo addio a posti a sedere da cui i cittadini hanno visto vittorie e sconfitte, trionfi e tragedie sportive, ma anche passerelle di campioni che, in un modo o nell'altro, hanno calcato il tappeto verde del "Masin" - uno su tutti Bruno Conti, che più volte ha giocato su questo campo prima da giovane e poi in età più avanzata -.
Il futuro, tra l'altro, non appare poi così roseo. Seppure nel Piano triennale per le opere pubbliche, nell'anno 2020, sia stato inserito un possibile finanziamento per il restyling del campo, al momento il bando per la gestione dello stadio è andato deserto. Il risultato: tutto è abbandonato e, peraltro, ci sono squadre di calcio e società di atletica "costrette" a emigrare in altri lidi in quanto questa preziosa struttura, allo stato attuale, non sarebbe proprio utilizzabile anche con provvedimenti provvisori.