Crupi, ancora loro. Senza i Crupi e l'operazione «Acero Connection Krupy», con relativo processo, la relazione della Dia sulla presenza della criminalità organizzata sul territorio sarebbe assai simile a quelle degli anni precedenti. Il dossier diffuso ieri si riferisce al semestre gennaio-giugno 2018, «segnato» appunto dalla sentenza sul traffico di droga attraverso i camion con i tulipani e da Alba Pontina che ha svelato il calibro criminale della famiglia Di Silvio. Due novità che, in qualche modo, modificano uno status che fino a ieri era quasi completamente determinato dalla presenza di diversi appartenenti al clan dei casalesi sparsi per la provincia, nonché dal patto stretto tra ndrangheta e camorra per il trasporto su gomma che ruota attorno al Mof di Fondi.Il secondo elemento di discontinuità della relazione Dia riguarda la famiglia zingara dei Di Silvio colpita a giugno scorso, per la prima volta, da un provvedimento voluto dalla Dda e non dalla Procura ordinaria, a conferma della modalità mafiosa con cui agisce sul territorio «di competenza» che coincide con la città capoluogo, dove, però, nulla sfugge, dall'usura alla droga, alle estorsioni, fino all'attacchinaggio dei manifesti elettorali. Ma la stessa relazione sostiene che «il capoluogo pontino è segnato dall'operatività anche di altre organizzazioni criminali... l'operazione, conclusa il 16 aprile 2018, ha fatto luce su un'associazione a delinquere che aveva realizzato frodi fiscali per circa 200 milioni di euro, utilizzando società fittizie costituite in Svizzera e a Latina, grazie al contributo di un commercialista vicino alla famiglia dei Di Silvio».
Il fatto
Crupi, coca e fiori: la novità nel dossier Dia
Latina - Pubblicata la relazione sulla presenza dei clan: ascesa costante della ndrangheta non solo a Fondi