Hanno presentato tutti ricorsi davanti ai giudici del tribunale del Riesame gli indagati dell'operazione San Valentino che ha portato all'arresto, nei giorni scorsi, di dieci persone tutte residenti a Napoli, accusate di aver messo a segno quasi cento furti in tutta Italia. Era stata la Squadra Mobile di Latina a condurre l'inchiesta subito dopo l'uccisione di un ladro in via Palermo nell'ottobre del 2015 da parte del figlio del proprietario di una casa che era stata svaligiata. Al termine di una serie di intercettazioni telefoniche e anche ambientali e di una mirata attività investigativa, i detective coordinati dal dirigente Carmine Mosca, erano riusciti a ricostruire il modus operandi della banda e a risalire a decine e decine di furti oltre che in provincia di Latina anche in provincia di Roma e poi nelle Marche e in Abruzzo. Gli indagati nei cui confronti viene contestato il vincolo associativo, sono tutti detenuti in carcere e gli investigatori avevano anche tracciato i ruoli, a partire dal leader della banda che organizzata i raid in trasferta, a chi invece si occupava di entrare materialmente in ville e appartamenti. L'operazione era stata ribattezzata San Valentino. Adesso il collegio difensivo degli indagati ha impugnato la misura restrittiva firmata dal giudice Giorgia Castriota e ha presentato ricorso sia sul fronte delle esigenze cautelari che degli indizi. La data ancora non è stata fissata.
San Valentino
Latina, i ladri seriali hanno presentato ricorso al Tribunale del Riesame
Latina - Impugnata la misura restrittiva firmata dal gip Castriota. L'accusa è quella di associazione per delinquere