E' stato assolto per un motivo: non sussiste l'elemento psicologico. Il tira e molla che andava avanti dal 2013 vedeva da una parte un capotreno originario della provincia di Napoli, dall'altra invece un vigilantes residente in provincia di Latina che stava andando al lavoro a Roma e che era a bordo del convoglio Napoli Centrale-Roma Termini ma senza biglietto. Al momento del controllo, il vigilantes ha sostenuto che non doveva pagare il titolo di viaggio perchè beneficiava proprio per il lavoro che svolge di una legge regionale del Lazio entrata in vigore nel 2010. Il capotreno invece aveva sostenuto che soltanto le forze dell'ordine erano esentate dal pagare il biglietto mentre sia le forze armate che i vigilantes che in quell'occasione era in divisa, doveva pagare. La vicenda ha avuto una appendice, al vigilantes è arrivata la multa di 113 euro e che non ha pagato e per tutta risposta ha deciso di denunciare il capotreno per abuso d'ufficio. In aula, difeso dall'avvocato Rosario Piombino, è emerso che il capotreno non era al corrente di questa legge regionale come d'altronde Trenitalia e di conseguenza è venuto meno l'elemento psicologico. Ieri in aula il pubblico ministero ha chiesto la condanna a sette mesi di reclusione mentre la difesa l'assoluzione, alla fine la prospettazione del difensore è stata accolta e l'uomo è stato assolto. Nel 2016 il giudice Giuseppe Cario aveva prosciolto un altro capotreno, originario anche in quel caso della Campania e difeso sempre dall'avvocato Piombino, sempre per lo stesso reato.
Il caso
Latina, capotreno assolto dall'accusa di abuso d'ufficio
Latina - I fatti avvenuti sul treno regionale Napoli Centrale- Roma Termini