Il decreto spazzacorrotti rischia di sradicare il quadro processuale per gli imputati che avevano scelto la strada del patteggiamento nel processo di Perugia sui fallimenti pilotati in Tribunale a Latina. Oltre al commercialista Marco Viola, anche un altro professionista pontino Vittorio Genco, difeso dall'avvocato Roberto Baratta e che aveva patteggiato la pena di tre anni ha presentato ricorso in Corte di Cassazione avverso la sentenza emessa esattamente un mese fa dal giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Perugia Piercarlo Frabotta.
La data non è stata ancora fissata anche in questo caso e come è emerso subito dopo la sentenza, il rischio per i professionisti è quello di scontare la condanna in carcere, oltre che per Genco proprio questa potrebbe essere anche la stessa strada per la posizione di Massimo Gatto. L'udienza sarà fissata non prima di tre mesi almeno. Anche nel caso di Genco, il suo legale ha impugnato il patteggiamento puntando sulla determinazione della pena accessoria ma c'è da aggiungere che in queste settimane molti avvocati attendono anche l'esito di quello che deciderà la Consulta proprio sul nodo spazzacorrotti. In tanti infatti sottolineano che manca una norma transitoria che metta al riparo chi aveva concordato la pena prima dell'entrata in vigore del decreto. L'istituto del patteggiamento offre dei benefici a chi sceglie di percorrere questa strada processuale, in questo caso invece l'effetto rischia di essere completamente inverso. Secondo il decreto che è entrato in vigore poco tempo fa, non sarà più possibile l'assegnazione del lavoro all'esterno o di ricevere dei permessi premio o misure alternative per il reato di corruzione. Sono state molte e tutte diverse le strade intraprese dagli oltre venti imputati del processo: per chi ha patteggiato c'è il ricorso in Cassazione, per chi è stato condannato con il rito abbreviato, una volta che saranno depositate le motivazioni dal giudice è scontato il ricorso in Corte d'Appello. E poi c'è anche chi ha scelto il rito ordinario e in questo caso il processo inizierà nel luglio del 2020 ma a Perugia. Infine ci sono le posizioni relative allo stralcio per dei fatti che da Perugia hanno preso la strada di Latina. Gli inquirenti umbri infatti hanno trasmesso gli atti proprio nel capoluogo pontino all'ufficio giudiziario di via Ezio per incompetenza territoriale, il fascicolo che riguarda quattro indagati per violazione di segreto d'ufficio e corruzione i prossimi step saranno quelli della chiusura inchiesta e a seguire della fissazione dell'udienza preliminare ma non è detto che i tempi siano così veloci.
Il fatto
Latina, caso Lollo e decreto spazzacorrotti: ricorso in Cassazione
Latina - Gli imputati del processo hanno preso strade diverse. Si attende l'esito della Consulta