Hanno deposto due investigatori della Squadra Mobile ieri in Tribunale a Latina, davanti al giudice monocratico Beatrice Bernabei nel processo che vede sul banco degli imputati un uomo di origine marocchina ritenuto l'intermediario della vendita di una neonata. Un uomo di origine marocchina, era stato arrestato nell'aprile del 2017 ma era stato rimesso in libertà dai giudici del Tribunale del Riesame. Rispetto agli altri imputati il suo iter processuale è stato diverso, la donna che voleva acquistare la bambina infatti e la madre naturale ad esempio hanno patteggiato la pena. Ieri il dibattimento è entrato nel vivo e i due investigatori hanno riferito di come erano state condotte le indagini oltre che con le intercettazioni telefoniche anche con una serie di riscontri, a partire dagli accertamenti condotti ad Anzio dove era venuta alla luce la piccola nel febbraio del 2017. Alla fine il processo è stato rinviato al dicembre del 2019 quando saranno ascoltati altri investigatori.
L'imputato è difeso dagli avvocati Francesco Vasaturo ed Emanuele Farelli. La piccola era stata venduta per 20mila euro ed era stato proprio il cittadino marocchino a ricoprire - secondo quanto ipotizzato dal giudice per le indagini preliminari Laura Matilde Campoli - il ruolo di intermediario in tutta l'operazione e che aveva contattato la madre naturale e la donna che invece voleva comprare la piccina.
Le indagini erano scattate grazie alla segnalazione di un dipendente del Comune di Latina e dell'Ufficio Anagrafe che si era insospettito di una richiesta di una donna che voleva sapere come si registrava all'anagrafe una bambina nata in casa.