Nel 2013 era stato licenziato per il suo vizio:  secondo i vertici dell'azienda dove lavorava faceva troppe pause per le sigarette. Insomma il fumo gli aveva giocato un brutto scherzo. Alla fine il lavoratore che aveva impugnato il licenziamento ha ottenuto un altro significativo risultato. Il giudice della sezione lavoro del Tribunale di Latina Valentina Avarello, ha respinto il ricorso presentato dalla società che lo aveva licenziato per l'impugnativa di una precedente ordinanza in favore del dipendente fumatore con la quale era stata accertata, da un altro giudice sempre del Tribunale,  che il licenziamento era illegittimo. Il dipendente, assistito dall'avvocato Fabrizio Leggiero era stato accusato di assentarsi per troppo tempo a causa delle pause per le sigarette e così in forza della legge Fornero, all'uomo era stato dato il benservito.  Non mancano le reazioni alla decisione del magistrato, a partire da quella del legale che lo ha assistito in tutto questo tempo: «Il Tribunale – ha spiegato l'avvocato Leggiero che difende i diritti dei lavoratori – in maniera corretta ha accertato l'uso improprio del potere disciplinare e ha provveduto a sanzionare in maniera del tutto illegittima un comportamento sino all'epoca dei fatti non sanzionabile e sopportato dall'azienda. Per questo – ha aggiunto l'avvocato Leggiero – non è configurabile un licenziamento laddove l'azienda abusi in violazione dei principi di correttezza e buona fede del potere disciplinare procedendo ad irrogare un licenziamento quando la contrattazione collettiva invita il datore di lavoro a graduare la sanzione evitando parcellizzazioni di un unico paventato inadempimento, al solo precipuo scopo di giungere rapidamente ad un licenziamento disciplinare».