Per alcuni mesi e tuttora i dati di una serie di procedimenti giudiziari di diverse Procure hanno fluttuato senza controllo e nella disponibilità di chiunque avesse accesso con ip pubblico al sistema informatico della piattaforma Exodus. L'indagine della Procura di Napoli sulla violazione della privacy di centinaia di utenti e della «infiltrazione» di apparecchiature con android è arrivata fino a Latina perché risulta dagli atti che la società che ha prodotto il gran pasticcio del libero accesso ai dati, ha stipulato un contratto di distribuzione anche con due società della provincia di Latina. Entrambe lavorano nel settore delle intercettazioni per conto delle Procure e quindi gestiscono dati giudiziari, ma dovrebbero farlo rendendo possibile l'accesso solo all'autorità giudiziaria e relativi operatori addetti alle investigazioni. Le due società hanno stipulato un contratto di noleggio con la prima società e possono utilizzare il software denominato Exodus sul territorio italiano. Ma il punto è che la Procura di Napoli contesta il fatto che i dati che confluiscono sulla piattaforma Exodus sono permeabili e (cosa persino più grave) essi sono «residenti all'estero, nel cloud Amazon Aws negli Stati Uniti, nel quale può entrare «chiunque ne conosca le coordinate senza controlli o limiti».
il caso
Il sistema colabrodo svela i dati giudiziari, l'inchiesta Exodus arriva a Latina
Latina - Software noleggiato da due società locali che lavorano per gli uffici giudiziari