Era un sistema collaudato quello che è stato scoperto in Tribunale nel marzo di quattro anni fa. Qualcuno lo aveva definito patto corruttivo, un magistrato, il giudice Piercarlo Frabotta del Tribunale di Perugia che ha celebrato il processo per lo scandalo dei fallimenti pilotati a Latina lo ha definito "Sistema Lollo". Partono da qui, da questa definizione le oltre cento pagine di motivazioni della sentenza sia di condanna che di assoluzione per alcuni imputati del processo che si è concluso lo scorso febbraio a Perugia nei confronti degli imputati che hanno scelto il rito abbreviato, godendo della riduzione di un terzo della pena. Il giudice ha ripercorso in maniera dettagliata con una miriade di riscontri, uno tra i più grandi scandali mai avvenuti in provincia di Latina e ha collocato temporalmente ruoli, responsabilità penali degli imputati, riscontri di polizia giudiziaria, intercettazioni telefoniche e ambientali e verbali, compreso quello che è emerso in sede di incidente probatorio. Il sistema Lollo - ha scritto il giudice Frabotta - andava avanti dal 2013 quando il magistrato (il cui iter processuale è stato diverso e ha patteggiato la pena nel dicembre del 2017), aveva venduto la sua funzione. «Le intercettazioni telefoniche e ambientali sono state esplicite e hanno messo in rilievo un sistema corruttivo collaudato grazie anche ad un folto gruppo di professionisti.
Il caso
Latina, la fotografia del sistema dei fallimenti pilotati in Tribunale
Latina - Depositate le motivazioni della sentenza dal giudice di Perugia