I pubblici ministeri Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro in aula a Roma hanno ricostruito tutta l'operazione Alba Pontina. Sono partiti da lontano e ieri hanno formulato le richieste di condanna nel corso di una requisitoria lunga e articolata con diversi cenni storici che affondano le radici a partire dalla guerra criminale del 2010 fino ad altri episodi. In tutto hanno chiesto complessivamente oltre 80 anni di reclusione per gli imputati che hanno scelto di essere processati con il rito abbreviato. Il via all'udienza alle 10, la fine dopo che hanno parlato anche le parti civili tra cui il Comune di Latina nel pomeriggio inoltrato. In quasi sei ore è stata ripercorsa l'indagine di natura tecnica condotta dagli agenti della Squadra Mobile di Latina in un processo dove per la prima volta gli inquirenti per la prima volta hanno contestato l'associazione per delinquere con il metodo mafioso, una aggravante che fino a questo momento a Latina. E alla fine i due pm sono arrivati alle conclusioni chiedendo la condanna a 18 anni di reclusione nei confronti di Samuele e Gianluca Di Silvio e poi sono stati chiesti 16 anni nei confronti di Ferdinando Pupetto Di Silvio. I figli di Armando conosciuto come Lallà Di Silvio, considerato al vertice del sodalizio, sono ritenuti i partecipi dell'associazione per delinquere e si occupavano in base all'impianto accusatorio degli affari della famiglia. I due pm che si sono alternati nella requisitoria hanno sottolineato che il tipo di associazione per delinquere era di natura autoctona. Queste poi le altre richieste di condanna: sei anni per Gianfranco Mastracci e Valentina Travali. E poi sono stati chiesti cinque anni di reclusione per Daniele Sicignano, due anni e due mesi per Daniele Coppi e poi quattro anni e quattro mesi per Mohamed Jaudoubi, stessa condanna Hacene Ounissi.
Il processo
Latina, Alba Pontina: i pm chiedono complessivamente 80 anni
Latina - Lunga requisitoria dei magistrati che hanno contestato l'aggravante mafiosa