Passa per l'audizione del collaboratore di giustizia Agostino Riccardo il supplemento di istruttoria che sta vivendo, in Corte d'Appello, il processo per il duplice tentato omicidio di Roberto Guizzon e suo nipote Alessio De Cupis, consumato la notte del 6 marzo 2016 sul lungomare Europa di San Felice Circeo nei pressi del locale American Bar. Ma la pubblica accusa e i difensori hanno già tra le mani un documento che anticipa la portata delle dichiarazioni messe sul piatto della bilancia dal "collaborante", ossia un estratto di uno degli interrogatori che Riccardo ha sostenuto davanti ai magistrati dell'Antimafia nei primi sei mesi dopo il suo pentimento, dichiarazioni che pesano come un macigno sulla posizione di Alessandro Zof, condannato in primo grado a sette anni, e sui ruoli di chi ha favorito la sua azione, come Lello Gallo che si trovava con lui e Paolo Di Martino che lo ha ospitato a Napoli durante la sua fuga, entrambi imputati per favoreggiamento e condannati a due anni in primo grado.
Il contesto
Ovviamente Agostino Riccardo non è un testimone diretto di quei fatti, non era presente al Circeo, ma era ancora libero e sostiene di avere incontrato Zof dopo il primo arresto, quando venne scarcerato dal Tribunale del Riesame, quindi prima che venisse raggiunto da una seconda ordinanza di custodia cautelare. «Conosco Zof da 20 anni - ha già dichiarato il collaboratore di giustizia - Nel 2016 è stato arrestato per un duplice tentato omicidio commesso a San Felice Circeo. L'ordinanza fu annullata dal Riesame e io andati a trovaro a casa. Ricordo che era appena usciti dal carcere ed era marzo del 2016, se non erro. Io andai a casa sua ed eravamo soli. Mi raccontò l'episodio dicendomi che le vittime, tale Guzzon e suo nipote, avevano litigato con Valerio Cornici e Lello Gallo in una discoteca a San Felice ed erano venuti alle mani. Disse che lui aveva deciso immediatamente di sparargli».