E' stato assolto dalle accuse che erano state formulate nei suoi confronti e dopo che il pubblico ministero aveva chiesto nel corso della sua requisitoria, la condanna a un anno e sei mesi di reclusione. Alla fine per lui come richiesto dai suoi difensori gli avvocati Simona Dominici e Angelo Palmieri è arrivata l'assoluzione perché il fatto non sussiste. E' quello che ha deciso ieri il giudice del Tribunale di Latina Pierpaolo Bortone nei confronti di un uomo di Latina di 62 anni, accusato di una tentata estorsione per dei fatti avvenuti a Latina a maggio e giugno nel 2016. L'imputato ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato, un giudizio previsto dal codice che consente la riduzione di un terzo della pena. La parte offesa si era anche costituita parte civile.
Secondo quanto ipotizzato "l'imputato in qualità di amministratore di una società e datore di lavoro di una donna, a cui erano stati affidati compiti di pulizie nell'abitazione dell'uomo e negli uffici - aveva sostenuto il pm Luigia Spinelli - con la corresponsione mensile dello stipendio di 600 euro dopo aver indotto la donna un conto corrente a suo nome nell'agenzia di Latina in un istituto di credito per l'accredito dello stipendio e preteso la consegna della scheda bancomat, la licenziava e con minacce consistenti nel prospettarle che sarebbe stata licenziata anche la figlia della donna compivano degli atti diretti in modo non equivoco a costringere la donna a non raccontare a nessuno quello che era accaduto in merito all'apertura del conto corrente, non riuscendo nell'intento". Tra novanta giorni si conosceranno le motivazioni del dispositivo emesso dal magistrato al termine della camera di consiglio.