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Il paradosso

Il Comune assume un avvocato per difendersi dall'avvocatura comunale

La Giunta affida ad un avvocato l'incarico di resistere in giudizio contro il ricorso dei componenti dell'Ufficio legale comunale. 19mila euro a un professionista

Il Comune assume un avvocato per difendersi dall'avvocatura comunale

L'Ufficio legale del Comune non condivide alcuni articoli del nuovo Regolamento dell'Avvocatura e decide di impugnare davanti al Tar gli atti che ne hanno consentito l'approvazione e l'adozione. Il Comune è convinto di avere ragione, e decide di resistere in giudizio contro l'Avvocatura comunale. Siamo nel campo aperto del diritto e all'interno delle regole della democrazia, l'uno e l'altro contendente si muovono entro i confini dell'esercizio dei rispettivi poteri per cercare di far valere le proprie ragioni.
Eppure non è tutto così semplice come sembra.
Innanzitutto, come fa un'amministrazione comunale a mettere a punto il nuovo Regolamento dell'Avvocatura senza condividerne, almeno nelle linee generali, l'impostazione e la sostanza con i legali dipendenti del Comune?
Lo potremmo capire se l'Avvocatura comunale fosse un nido di incapaci o un covo di corrotti, ma così non è. Al contrario, lo potremmo capire se gli incapaci e i corrotti fossero gli amministratori che hanno approvato quel nuovo Regolamento, ma così non è.
E allora, dove si annida il cortocircuito che ha determinato questa singolare situazione?

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