Karin Dalla Senta è morta a 26 anni al Goretti per una diagnosi sbagliata al termine di un incubo che era iniziato alcune settimane prima con la visita del medico di base che è stato condannato insieme agli altri imputati. Il giudice monocratico Laura Morselli ha depositato le motivazioni della sentenza e ha ricostruito nel dettaglio tutto quello che è avvenuto, incrociando cartelle cliniche, chiamate, testimonianze e poi le deposizioni di un processo lungo e complesso che si è concluso un anno fa con una serie di condanne e ad una assoluzione.
Nelle motivazioni il giudice ha inserito anche le conversazioni telefoniche che sono state acquisite dalla polizia giudiziaria e che risalgono ad esempio all'alba del 6 aprile del 2013, poche ore prima del decesso di Karin quando la madre spiega all'operatore del 118 che risponde che «Guardi ha un virus intestinale, non gli passa con niente, vomita di continuo e non so più cosa fare». Questo è un passaggio indicativo sottolineato dal giudice in un passaggio delle motivazioni. Quella notte uno dei soccorritori che interviene a casa di Karin - come ha scritto il giudice - brontola sul fatto di trasportare Karin al Goretti. "E' stato accertato che tanto più tempestive fossero state le terapie a lei somministrate, anche in attesa di un'esatta diagnosi e tanto più precoce fosse stata l'esatta diagnosi, tanto maggiore sarebbe stata la possibilità di salvezza della paziente le cui probabilità di cura con esiti favorevoli erano elevatissime nel peggiore dei casi pari al 92%".
Il processo
Morte di Karin Dalla Senta: il giudice poteva essere salvata
Latina - Depositate le motivazioni ella sentenza. Ricostruiti i profili e le responsablità