Tra un meno di un mese si terrà la discussione sul maxi sequestro dei beni riconducibile a Sergio Gangemi. Il 16 dicembre nell'aula del Tribunale di Roma infatti è prevista la discussione sulla misura anticipata, eseguita dalla Guardia di Finanza - sotto la direzione della Dda di Roma - nell'ambito dell'operazione Gerione. Un'attività che ha permesso di recuperare un «tesoro» da 10 milioni di euro: 53 immobili, auto, una barca, conti correnti e quote societarie tra Latina e Aprilia (terra in cui Gangemi e la sua famiglia sono inseriti da tempo e dove lo stesso 45enne viveva), fino ad arrivare a Roma, Reggio Calabria e Milano. Un patrimonio enorme quello di Sergio Gangemi, un uomo con alle spalle una serie di accuse per bancarotta, evasione, reati contro il patrimonio, fino alle accuse più gravi di usura ed estorsione con l'aggravante del metodo mafioso che lo hanno portato in carcere lo scorso anno.
L'indagine della Guardia di Finanza è partita proprio da giugno 2018, quando venne arrestato insieme al fratello, a Patrizio Forniti e Mirko Morgani e per cui è in corso il processo a Velletri. In questi mesi gli inquirenti hanno ricostruito la rete tessuta da Gangemi e sono risaliti ad almeno 8 soggetti che gli facevano da prestanome: tra questi spicca il nome del 30enne Simone Di Marcantonio, nel 2018 nominato dirigente sindacale dell'Ugl Lazio per i lavoratori autonomi e le partita iva. Secondo quanto affermato dal collaboratore di giustizia Agostino Riccardo i due erano in affari insieme: «Simone è un uomo di fiducia di Sergio Gangemi e hanno delle società insieme e gestiscono centri per anziani».
Di Marcantonio infatti aveva intestate le quote della Ride srl di Roma, una delle società interessate dalla misura di prevenzione adottata dalla Guardia di Finanza. Le altre società sono la Cci di Reggio Calabria, la Gri di Aprilia, la Light for Life di Craiova in Romania, la Nrt di Milano, la Esse Gamma di Milano, la Ies di Pomezia e la Forum Caesar Balzan a Malta. Sotto sequestro inoltre sono finiti anche i beni di Daniela Terranova di Aprilia.
A confermare gli stretti rapporti tra Gangemi e Di Marcantonio c'è però un altro particolare: ovvero la «protezione» che il 46enne ha dato al giovane dirigente sindacale rispetto a un tentativo di estorsione. A raccontarlo è sempre Agostino Riccardo che spiega: «Era appena stata fatta l'operazione Don't Touch. OMISSIS disse subito a Simone di andare a prendere 250 euro perché servivano soldi per i carcerati. Simone rimase interdetto, quindi andò a prelevare i soldi e glieli diede lo stesso giorno. Dopo circa due o tre giorni ci ha chiamato Gangemi presso la sua concessionaria, ci ha detto che OMISSIS doveva lasciare stare Simone perché era una persona vicina a lui... che era una persona di sua fiducia».

La risposta dell'Ugl
Il segretario regionale del sindacato, Armando Valiani: "L'incarico conferito a Simone Di Marcatonio è stato da me personalmente revocato lo scorso mese di Giugno a causa degli scarsi risultati da lui ottenuti nel corso della sua attività. Lo stesso, tra altro non si è mai iscritto all'UGL ricevendo un incarico il giorno 1 Giugno 2018 che ho revocato lo scorso 5 Giugno 2019, dopo l'analisi della sua attività sindacale ritenuta assolutamente insufficiente. Ribadiamo la totale estraneità da parte dell'Ugl riservandoci, in futuro azioni legali nei confronti di chi, non informandosi a dovere, getterà fango sulla nostra organizzazione sindacale".