Mattinata concitata per l'imprenditrice sonninese Gina Cetrone e per il marito Umberto Pagliaroli, entrambi titolari di un oleificio ed altre aziende in provincia di Latina. La polizia, che ha dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare, emessa anche nei confronti di tre esponenti del clan Di Silvio, ha trascorso diverse ore impegnata in perquisizioni nell'abitazione dei due coniugi nel capoluogo pontino e negli uffici della loro azienda a Sonnino. Nessuna indiscrezione è trapelata sull'esito dei controlli. I fatti contestati a Gina Cetrone e Umberto Pagliaroli, gli stessi che hanno indotto il giudice del Tribunale di Roma a disporre le misure cautelari in carcere, risalgono alla primavera del 2016 e si riferiscono ad una estorsione ai danni di un imprenditore pescarese, estorsione per la quale la Cetrone aveva utilizzato il potere intimidatorio di Riccardo Agostino e di Samuele e Gianluca Di Silvio. Gina Cetrone, da anni impegnata in politica per il centrodestra, è stata anche consigliere regionale con il listino Per il Lazio.

Blitz all'alba della Squadra Mobile di Latina: gli agenti della Questura hanno dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Roma,  su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma avanzata il giorno 9 Ottobre 2019, nei confronti Armando Di Silvio, detto Lallà, classe 1966; Gianluca Di Silvio, classe 1996; Samuele Di Silvio classe 1990; Umberto Pagliaroli, classe 1970 e Gina Cetrone classe 1971, indagati a vario titolo per estorsione, atti di illecita concorrenza e violenza privata, reati aggravati dal metodo mafioso.

 Le indagini in questione costituiscono l'esito di un ulteriore approfondimento investigativo che questa Squadra Mobile sta conducendo, sotto la direzione ed il coordinamento della Direzione distrettuale Antimafia di Roma, circa le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Renato Pugliese e Agostino Riccardo. In particolare, veniva ricostruito che nell'Aprile del 2016, Gina Cetrone e Umberto Pagliaroli, quali creditori nei confronti di un imprenditore di origini abruzzesi, in relazione a pregresse forniture di vetro effettuate dalla società Vetritalia srl, società a loro riconducibile, richiedevano l'intervento di Samuele Di Silvio, Gianluca Di Silvio e Agostino Riccardo per la riscossione del credito in questione, previa autorizzazione di Amando Di Silvio detto Lallà, capo dell'associazione di stampo mafioso a lui riconducibile.

Nello specifico, Gina Cetrone e Umberto Pagliaroli dopo avere convocato il predetto imprenditore presso la loro abitazione, gli richiedevano il pagamento immediato della somma dovuta, impedendogli di andare via a bordo della sua macchina. In tale contesto, Cetrone e Pagliaroli lo costringevano ad attendere Agostino Riccardo, Samuele Di Silvio e Gianluca Di Silvio, i quali, una volta giunti, lo minacciavano, prospettando implicitamente conseguenze e ritorsioni violente nei confronti della sua persona o dei suoi beni. In tal modo, gli stessi costringevano l'imprenditore a recarsi il giorno dopo in Banca, sotto la stretta sorveglianza di Agostino Riccardo, Samuele Di Silvio, Gianlcua Di Silvio e Umberto Pagliaroli, che lo attendevano fuori dall'istituto bancario, e ad effettuare un bonifico di 15.000 euro a favore della società Vetritalia srl, nonché a consegnare a loro la somma di 600 euro "per il disturbo". 

Nel medesimo contesto investigativo, era possibile riscontrare alcuni illeciti connessi a competizioni elettorali nella provincia di Latina. In dettaglio, Agostino Riccardo e Renato Pugliese, proprio su determinazione di Gina Cetrone e Umberto Pagliaroli, costringevano addetti al servizio di affissione dei manifesti elettorali di altri candidati alle elezioni comunali di Terracina del Giugno 2016, ad omettere la copertura dei manifesti della candidata Gina Cetrone, costringendoli ad affiggere i propri manifesti solo in spazi e luoghi determinati, in modo che i manifesti di quest'ultima fossero più visibili degli altri. 

di: La Redazione