I nostri mari stanno cambiando. E in questa fase di modifica dell'ambiente non mancano novità anche per quanto riguarda la fauna. È delle scorse ore, infatti, il ritrovamento di una specie "aliena" di gambero nelle acque che si trovano al largo di Anzio.

A darne notizia sono stati gli esperti di "BioBlitz Blu 2020", un progetto realizzato dal Consorzio Universitario per la Ricerca Socioeconomica e per l'Ambiente di cui è referente Fabio Collepardo Coccia.

Durante una battuta di pesca, infatti, il motopeschereccio "Angelo Padre II" del capitano Domenico Accardo ha catturato un grosso esemplare di "Penaeus aztecus Ives, 1891", ossia - come accennato - un decapode alieno originario del Golfo del Messico e della costa orientale degli Stati Uniti, dunque proveniente dall'oceano Atlantico occidentale.

«Questo gambero - hanno fatto sapere proprio gli esperti di BioBlitz - è stato segnalato per la prima volta in acque italiane a Livorno nel 2015 e da allora numerose sono state le segnalazioni nei mari italiani (Stretto di Sicilia, Adriatico Centrale ecc.). Questa cattura rappresenta sia un contributo essenziale nell'analisi della diffusione di questa specie nel Tirreno centrale, sia una fonte di dati nuovi utili a definire meglio l'ecologia di questo crostaceo nei mari italiani».

Di conseguenza, questo gambero si è sicuramente riprodotto e ora si sta diffondendo a sud della Toscana, probabilmente originariamente portato dalle acque di sentina delle navi o da altri vettori. «Al momento - ha spiegato Fabio Collepardo Coccia, contattato telefonicamente - esistono pochissimi dati, ma stiamo tenendo sotto controllo la situazione per capire se questo gambero ‘alieno' possa entrare in competizione con le specie autoctone».

Il BioBlitz Blu 2020, vale la pena sottolinearlo, è un progetto Feamp 2014-2020 della Comunità Europea ed è curato dal Cursa, il Consorzio che raggruppa le università di Ferrara, della Tuscia e del Molise. Ha come partner l'Assonautica e il Cispe ed è veicolato dal ministero per le Politiche agricole e forestali.

Si tratta di una iniziativa che consente di indagare sulla biodiversità: un'idea nata negli Stati Uniti nel 1996 per far incontrare gli scienziati e i cittadini comuni. In sostanza il pubblico segue le ricerche sul campo e collabora con le proprie segnalazioni allo sviluppo del progetto. Ed è proprio quello che è accaduto con i pescatori di Anzio, coinvolti alla stregua di quelli di Terracina e Ponza e dei subacquei.

A conclusione del progetto avranno luogo quattro eventi fra Terracina (18 e 19 aprile) e Ponza (2 e 3 maggio), ossia i luoghi che sono al centro delle zone tenute "sotto controllo" grazie al BioBlitz.