Erano accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa perché, secondo l'accusa, avevano messo su un sistema infallibile fatto di carte truccate e "bari" per ingannare ignari giocatori di poker al tavolo verde. Attirati e poi spennati. Ma la settima sezione del collegio penale del tribunale di Roma ieri ha assolto gli otto imputati, che erano accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di truffe attraverso l'organizzazione di partite di poker truccate.

La sentenza è stata pronunciata con una delle formule di assoluzione più ampie: il fatto non sussiste. Il collegio difensivo è riuscito a smontare l'impianto accusatorio. La sentenza arriva dopo due anni di processo. Tra gli indagati, c'erano persone di Fondi, Roma, Terracina, Aprilia e Ardea.

Tra le vittime, nell'indagine comparivano anche dei professionisti del poker e alcune figure in vista, appassionati di poker. La guardia di finanza aveva ipotizzato che tra i sistemi per ingannare le persone al tavolo, c'erano i mazzi truccati e le carte da gioco impercettibilmente segnate, oltre alle persone di fiducia che riportava vittorie e perdite fittizie. Le partite si sarebbero giocate tutte nel 2012 e avrebbero causato perdite per circa 300mila euro.

Nel dibattimento, tuttavia, il reato ipotizzato non ha trovato riscontro. Partite di poker sicuramente ci sono state ma, stando agli elementi emersi nel processo, non hanno costituito reato.