Sono cambiati i numeri, in peggio. Ma non le storie e nemmeno i luoghi.
Il dossier della Uil relativo agli infortuni sul lavoro ha riproposto due emergenze gravissime e un gap di sicurezza che riguarda nello specifico due settori, quello dell'edilizia e quello dell'agricoltura. Prima ancora del bilancio drammatico del 2019, che ha spostato il numero dei morti dagli 8 del 2018 ai 14 del 2019, erano state le singole, drammatiche, storie di cronaca a dire come stava andando sui cantieri, specialmente quelli piccoli: tre morti in 40 giorni la scorsa estate.
Le vittime non sono sempre operai edili, di frequente si tratta di artigiani e piccolissimi imprenditori che non rientrano nemmeno obbligatoriamente nel ciclo della formazione professionale obbligatoria per la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Ciò fa di loro figure fragili e, in qualche modo, dimenticate.
Ed è un comun denominatore con l'agricoltura dove si registra il più alto numero di malattie professionali.
I nuovi malati sono braccianti che hanno contatti diretti con le sostanze usate nelle colture.
Gli incidenti sul lavoro, classificati e dichiarati come tali, sono stati 3.784 e ancor prima che fosse disponibile la somma finale, si sono registrate, anche qui, storie tutte simili.