Gli indizi raccolti dagli investigatori della Polizia, nell'ambito dell'indagine avviata per risolvere il mistero degli spari in via Moncenisio, convergono su Ferdinando "Pescio" Di Silvio, finito per questo in carcere in stato di fermo, ma il figlio di Costantino "Patatone" non è l'unico sospettato di avere premuto il grilletto o comunque di essere presente con lui nel cortile dell'abitazione quando è arrivato lo sconosciuto che ha provocato una reazione tanto violenta: altri due uomini, suoi parenti, sono stati sottoposti come lui all'esame Stub, vale a dire il tampone che rileva o meno le tracce di polvere da sparo su mani e indumenti.
I detective della Squadra Mobile sono al lavoro anche e soprattutto per ricostruire la vicenda nella sua interezza, non solo per attribuire le responsabilità tra i Di Silvio trovati lunedì sera in via Moncenisio. Di certo la scelta di estendere l'esame stub anche ad altre persone è dettata dall'esigenza di non tralasciare alcun sospetto, ma sarà utile anche a ricostruire la dinamica di un episodio sul quale, ad oggi, ci sono più interrogativi che risposte.