Secondo il Tar lo scioglimento era legittimo ricorrendo la circostanza oggettiva del venir meno della maggioranza dei componenti dell'organismo consiliare e non può trovare applicazione la possibilità di sostituire con scorrimento i componenti decaduti subordinata alla permanenza del quorum sostitutivo. Il Tar sottolinea inoltre anche i gravi effetti che arriverebbero dal rilascio di un provvedimento cautelare sulla operatività del Consiglio dell'Ordine che vedrebbe impossibilitato ad operare il commissario straordinario nominato dal Ministero il cui mandato consiste nell'indizione di nuove elezioni. "La sentenza ha confermato la legittimità delle dimissioni", ha detto il presidente dimissionario uscente Gianni Lauretti. Non è escluso che i ricorrenti, gli avvocati Giffenni, Degni e Cannatelli, rappresentati in questo procedimento dall'avvocato Giovanni D'Erme possano impugnare la decisione e andare al Consiglio di Stato ma al momento è un'ipotesi che stanno valutando. La decisione del Tar è stata molto veloce e il ricorso dovrà essere deciso nel merito. Non è un mistero che il clima in Tribunale in questi mesi sia a tratti anche abbastanza pesante. Sono successe molte cose: dalle dimissioni di undici consiglieri in aperta polemica con il presidente per il caso degli incarichi, alle polemiche sulla foto postata su Facebook di Lauretti a Roma in occasione di un incontro ufficiale.
A breve il commissario degli Avvocati Giacomo Mignano nominato dal Ministero della Giustizia lo scorso 28 novembre, fisserà le elezioni per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine, probabilmente ci vorrà aprile. Doveva essere un traghettatore per pochissimo tempo e invece il suo mandato rischia di durare almeno sei mesi. Mignano coglie l'occasione anche per richiamare i colleghi. «Il prossimo passo sarà quello delle elezioni - ha detto ieri commentando la decisione del Tar il commissario dell'Ordine - intanto voglio ringraziare il lavoro svolto dagli avvocati Toni De Simone e Massimo Di Sotto per quello che hanno fatto». Mignano sente il bisogno di richiamare qualche collega e prenderlo quasi per la toga. «Adesso il mio invito è quello di pensare meno ai social e a Facebook e più invece alle norme - ha detto Mignano - chi vuole governare l'Ordine si deve concentrare più sui problemi che non sono pochi, penso ad esempio ai dati preoccupanti che riguardano la mediazione». Il calo infatti è pari al 30%».
Intanto tra pochi mesi, salvo colpi scena, è prevista una nuova tornata elettorale, sarà la quarta volta in cinque anni.