Ci vorranno dei mesi per conoscere i risultati di riscontri balistici ed esami stub ai quali sono stati sottoposti i tre sospettati, questa è la prassi, ma per Ferdinando Di Silvio detto Pescio, diciotto anni compiuti a settembre, il giudice per le indagini preliminari Giorgia Castriota ha convalidato il fermo e firmato un'apposita ordinanza di custodi cautelare in carcere perché gli indizi a suo carico sono già schiaccianti nella vicenda, ancora tutta da chiarire, degli spari di lunedì sera in via Moncenisio, all'esterno della sua abitazione. A inchiodarlo non è solo lo stato dei luoghi, ma soprattutto una testimonianza che ha permesso agli investigatori della Polizia e al sostituto procuratore Giuseppe Miliano, titolare dell'inchiesta, di bruciare i tempi rispetto ai riscontri tecnici.
Agli atti c'è infatti la dichiarazione di una persona, estranea ai fatti, che si trovava in via Moncenisio quando sono stati esplosi i cinque colpi di pistola, abbastanza vicino da riconoscere la figura del giovane indiziato, tanto da porte dire che impugnava l'arma e ha fatto fuoco più volte verso la strada, dove si trovava l'auto arrivata pochi istanti prima scatenando la feroce reazione. Una testimonianza tanto attendibile, per non dire solida, che ha permesso di procedere col fermo a poche ore dai fatti e ha retto persino all'esame del giudice.