La "guerra" interna agli avvocati non è finita con la decisione a tempo di record del Tar di Latina. Ci sarà un'altra appendice. Si va ai tempi supplementari e i tre ricorrenti Aurelio Cannatelli, Umberto Giffenni e Denise Degni, rappresentati dall'avvocato Giovanni D'Erme e che avevano presentato nei giorni scorsi il ricorso ai magistrati di via Andrea Doria, puntano al Consiglio di Stato. La partita, dunque, resta sempre aperta, nonostante i giudici si siano pronunciati e nonostante ci sia già una data ipotetica per le elezioni del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati che il commissario Giacomo Mignano ha individuato: orientativamente c'è l'ipotesi del mese di aprile.
La battaglia tra toghe sta andando avanti da diverso tempo. Nell'ultimo anno è successo di tutto. Dalle frizioni diventate sempre più ingestibili per la vicenda degli incarichi, al ricorso presentato dalla lista che aveva sfidato Gianni Lauretti, rieletto al Consiglio dell'Ordine insieme al resto della squadra, alle dimissioni di ben undici consiglieri dell'Ordine degli Avvocati in aperta polemica con il presidente del Tribunale Caterina Chiaravalloti per gli incarichi. In Tribunale quella scelta aveva avuto l'effetto di un terremoto e poche settimane dopo il ministero della Giustizia aveva nominato del commissario Giacomo Mignano. A metà gennaio il Consiglio Nazionale Forense si era pronunciato sul discorso del doppio mandato, ma a quel punto era una decisione senza conseguenze, viste le dimissioni che erano state presentate dagli avvocati. Non erano mancate le reazioni alla decisione del Tar.