È finito in carcere Cesare De Rosa, 26 anni, il giovane legato al clan Di Silvio che giovedì sera ha ferito un poliziotto con un pugno al volto all'ingresso posteriore della Questura di Latina. A margine del processo celebrato stamattina con rito direttissimo, il giudice monocratico del Tribunale di Latina ha convalidato l'arresto e, concedendo i termini a difesa, ha rinviato l'udienza, disponendo per il giovane imputato la custodia cautelare dietro le sbarre della casa circondariale di via Aspromonte in attesa di giudizio.

Il ragazzo si è difeso sostenendo di essere stato provocato, ma come emerso fin dai primi momenti, era stato lui, insieme ad altri familiari, a montare una vera e propria rappresaglia all'esterno della Questura quando due suoi congiunti erano stati portati negli uffici della Squadra Volante per l'identificazione in seguito a un controllo su strada. I toni delle frasi pronunciate dai rom erano stati subito pesanti, volti a far valere il peso criminale di una famiglia molto legata ai Di Silvio arrestati per l'inchiesta Alba Pontina.

Quando un poliziotto si era fatto avanti per riportare la calma, Cesare De Rosa lo aveva colpito al volto con un pugno, tanto da provocargli una ferita che ha richiesto tre punti di sutura e una prognosi di quindici giorni.

I controlli della polizia sono sempre pressanti e gli effetti, negli ambienti della criminalità, iniziano a farsi sentire, specie tra le famiglie rom affiliate al clan Di Silvio, indebolite dalle inchieste degli ultimi anni, che non riescono proprio a rinunciare alla supremazia sulla strada, soprattutto attraverso gli atteggiamenti irriverenti dei più giovani, per imporsi negli affari illeciti e risentono quindi, più degli altri sodalizi, dell'attività di contrasto della Questura. Può succedere allora, come l'altra sera, che una famiglia del calibro dei De Rosa, arrivi al punto di reagire a un semplice controllo delle Volanti con una vera e propria rappresaglia, degenerata nell'aggressione di un poliziotto: Cesare De Rosa, 26 anni, è finito in manette per avere ferito un poliziotto con un pugno al volto.

In ballo non c'era un arresto, le pattuglie della Squadra Volante avevano fermato un'auto che correva in maniera pericolosa tra viale Kennedy e viale Bruxelles, ma i due giovani a bordo erano sprovvisti di documenti d'identità e patente: il conducente, un familiare dell'arrestato, è un volto noto alle forze dell'ordine, così gli agenti del vice questore Celestino Frezza avevano deciso di portare i due in Questura per un controllo più approfondito volto alla loro identificazione.

Quando i familiari dei due giovani avevano raggiunto l'ingresso... 

di: Andrea Ranaldi

Un pugno in faccia a un poliziotto, apparentemente senza motivo. E per questo motivo è stato arrestato.

E' questo quanto accaduto attorno alle 21 di ieri fuori dalla Questura di Latina, con un agente che è rimasto ferito e un ragazzo del 1994 che è stato arrestato e trattenuto nelle camere di sicurezza in attesa del processo per direttissima in programma domani.

Tutto è accaduto dopo un breve inseguimento che un equipaggio della Squadra Volante ha messo a punto nel capoluogo, bloccando gli occupanti di una Volkswagen Golf che stava procedendo in maniera pericolosa. Questi, contigui a un noto clan autoctono, sono stati quindi accompagnati negli uffici della Questura, ma poco dopo, nei pressi dell'entrata carraia di via Murri, si è formato un capannello di familiari delle persone in questione che hanno protestato nei confronti degli agenti. Ed è da questo gruppetto che il 26enne, peraltro già conosciuto dalle forze dell'ordine, senza alcun apparente motivo ha sferrato un violento pugno al volto di uno dei poliziotti.

A seguito del colpo ricevuto, l'l'agente ha riportato una lesione al labbro superiore, che ha richiesto tre punti di sutura; l'aggressore, invece, è stato immediatamente bloccato e tratto in arresto per l'ipotesi di reato di resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale.

di: La Redazione