Piano di gestione del daino, cosa dice l'Ispra? E' un argomento, quello del piano, che com'è noto ha fatto discutere molto nelle ultime settimane e ancora tiene banco fuori e dentro ai social.
Nell'ultimo Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Circeo è stato affrontato nuovamente il tema, nel corso della seduta è stato messo agli atti un documento dell'Ispra arrivato a seguito di una richiesta dell'Ente Parco. Si tratta di una serie di indicazioni "relative la traslocazione in vivo" degli animali catturati, in altre parole delle adozioni. Di richieste negli uffici del Parco ne sono arrivate molte, più o meno dettagliate. A spiegare cosa serve per avere i daini in adozione ci ha pensato l'Ispra, i criteri da rispettare sono ovviamente molti e non contemplano la possibilità che gli esemplari possano essere rivenduti o utilizzati per la riproduzione con finalità commerciale nel caso la procedura andasse in porto.
Anzi, la linea da seguire sarebbe quella delle sterilizzazioni. Ogni soggetto intenzionato ad accogliere uno o più daini dal Parco dovrà adottare un apposito registro di allevamento su cui annotare tutte le informazioni relative gli animali partendo da eventuali patologie considerando che i controlli andrebbero effettuati almeno due volte l'anno e a cura dei servizi veterinari competenti sul territorio. Allo scopo di evitare comportamenti aggressivi che nel daino sono molto frequenti nel periodo riproduttivo, e per prevenire malattie infettive viene indicato come opportuno «che negli allevamenti sia mantenuta una densità limitata rispettando il rapporto di un capo/5000 metri quadrati» nonostante il fatto che per quanto riguarda il Lazio la legge regionale preveda una densità pari a un capo/1000 metri quadrati.
Fondamentale anche la presenza di recinzioni perimetrali "impermeabili" al daino con tanto di controlli periodici per verificarne l'integrità. Nelle indicazioni dell'Ispra si fa riferimento inoltre a strutture autorizzate per quanto riguarda le adozioni. Altro passaggio importante quello circa la necessità delle sterilizzazioni rispetto ad attività "amatoriali ed ornamentali" e che tali devono rimanere.