Con i risultati degli esami Stub ancora da verificare e la fedina penale finora immacolata, gli avvocati Luca Amedeo Melegari e Pasquale Cardillo Cupo chiedono che Ferdinando "Pescio" Di Silvio possa lasciare il carcere. Proprio in questi giorni il ricorso depositato dai legali di fiducia del diciottenne, sarà discusso dai giudici del Tribunale del Riesame, chiamati proprio a rivedere l'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari di Latina, sulla base del quadro indiziario raccolto dagli investigatori della Squadra Mobile, che aveva fatto scattare il fermo. I fatti risalgono alla sera di lunedì 11 febbraio, quando i residenti di via Moncenisio avevano sentito un'auto imboccare a forte velocità nella traversa senza uscita nel quartiere Gionchetto. Quando la vettura si era fermata in fondo alla strada, davanti alle case dei Di Silvio, quelle delle famiglie di Costantino "Patatone" e Giuseppe "Romolo", detenuti entrambi per l'omicidio Buonamano, qualcuno era uscito da una delle abitazioni e, dal cortile, aveva iniziato a sparare diversi colpi di pistola contro la macchina, che a quel punto era scappata a forte velocità. Colpi esplosi ad altezza uomo, come dimostra il foro nella finestra al piano terra della casa di fronte, per mano del giovane "Pescio", secondo la polizia che ha sottoposto all'esame del tampone, alla ricerca di tracce di polvere da sparo, anche altri due suoi parenti.
Giudiziaria
Spari a Campo Boario, oggi il Riesame
Latina - I legali del diciottenne Ferdinando Pescio Di Silvio chiedono ai giudici una misura cautelare meno afflittiva