Hanno confermato in parte la loro versione dei fatti i braccianti indiani comparsi questa mattina davanti al gip Giuseppe Cario per l'incidente probatorio chiesto nell'ambito del procedimento a carico di Alessandro Gargiulo, imprenditore agricolo accusato insieme a un altro indiano, di sfruttamento della manodopera, caporalato e uso di armi da fuoco.

L'uomo infatti avrebbe esploso numerosi colpi di fucile nel corso di una discussione con un gruppo di braccianti, all'interno della sua proprietà, tra Terracina e Sabaudia. Arma che, stando all'accusa, usava anche come strumento di intimidazione e minaccia nei confronti dei lavoratori. Nell'udienza a porte chiuse i quattro braccianti agricoli hanno risposto alle domande delle parti, confermando alcune circostanze. Sono state ricostruite le condizioni in cui vivevano i braccianti, se avevano il vestiario antinfortunistica, il ruolo di Hans, il presunto caporale che stando all'accusa aveva il compito per conto dell'imprenditore di controllare che i braccianti non facessero troppe pause.

La difesa, rappresentata dagli avvocati Amleto Coronella ( che difende Hansra Balwant Singh, detto Has) e  Alessia Vita e Sandro Marcheselli (per Alessandro Gargiulo), il quadro accusatorio si sarebbe ridimensionato e sono pronti a chiedere una modifica della custodia cautelare. I due indagati sono infatti ancora in carcere.