Puntano a scardinare le accuse e a sconfessare l'impianto della Procura, le difese di medici e infermieri condannati per la morte di Karin Dalla Senta, 27 anni di Latina, deceduta a causa di una diagnosi sbagliata nell'aprile del 2013 al Santa Maria Goretti dove era arrivata in condizioni gravissime.  Da una parte ci sono i motivi presentati della difesa, dall'altra invece le motivazioni del giudice monocratico Laura Morselli che in quasi cento pagine ha descritto minuziosamente la tragedia della ragazza, comprese anche le conversazioni telefoniche tra gli imputati e i genitori di Karin che avevano chiamato i soccorsi. Il 17 marzo a Roma è stata fissata l'udienza in Corte d'Appello davanti alla prima sezione penale dopo che il collegio difensivo, ha deciso di impugnare le sentenze di condanna che oscillavano tra un anno e quattro mesi nei confronti del medico di base che aveva in cura Karin a sei e nove mesi per infermieri ma anche medici in servizio al Santa Maria Goretti. Secondo il quadro accusatorio la ragazza è morta perché il suo quadro clinico è stato sottovalutato e i sintomi non sono stati presi nella giusta considerazione. Le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Memmola e Ceccano.