C'è l'immagine del primo contagiato che arriva. Sembra passato un secolo, è trascorso un mese. C'è la tempra che dimostra una donna di 95 anni ricoverata. Ci sono le videochiamate con i pazienti, i camici, le protezioni. Lì dentro c'è un mondo. La sfida, quasi fosse una partita a scacchi, con quello che tutti chiamano nemico invisibile è su più fronti per Miriam Lichtner, primario di Malattie Infettive del Goretti, testimone di queste settimane difficili.
Come sono cambiate le sue giornate? Da metà febbraio ad oggi? «E' tutto diverso, abbiamo intensificato la nostra presenza qui al Goretti pensi che per molti giorni non sono tornata a Roma. Ci siamo tutti concentrati sull'emergenza sia dal punto di vista mentale che fisico con un'assistenza continuativa». Come si sta muovendo il Coronavorus? « Siamo in una fase di stabilità, abbiamo avuto un crescendo che ha riempito i vari posti di ospedale e i reparti che sono stati creati apposta. Quello che sicuramente abbiamo visto è che le diagnosi più precoci sono importanti. I pazienti gravissimi che sono arrivati all'inizio adesso stanno diminuendo».
L'intervista
Covid, un'alleanza contro il virus al Santa Maria Goretti
Latina - Parla il primario di malattie infettive Miriam Leichtner