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L'intervista

Ventidieci, una storia di successi: palchi, artisti e spettacoli

Vincenzo Berti racconta il quarto di secolo del sodalizio con Gianluca Bonanno

Ventidieci, una storia di successi: palchi, artisti e spettacoli

Vincenzo Berti

Vincenzo Berti è, insieme a Gianluca Bonanno, il titolare dell’agenzia di eventi e spettacoli Ventidieci di Latina. Parliamo della prima agenzia italiana per numero di eventi organizzati: più di 5.000 dall’inizio, un inizio datato 2001. Dalla data di fondazione è cresciuta in modo esponenziale, tanto che nel 2024 ha raggiunto un fatturato che supera i 16 milioni di euro, con 5 milioni di spettatori nel corso di tutto l’iter di lavoro. La Ventidieci è tra l’altro l’organizzatrice di “Arena del Mare” a Sabaudia e ha messo in campo lo scorso anno più di 600 eventi.

Allora, Vincenzo, com’è cominciata questa avventura nel mondo dello spettacolo?

«Diciamo che è stato un po’ un segno del destino, perché io e il mio socio ci siamo incontrati sui banchi di scuola. Frequentavamo infatti l’istituto tecnico commerciale di Latina e abbiamo scoperto di essere nati entrambi il 20 ottobre del ’69. Poi abbiamo continuato la nostra attività, ci siamo laureati in economia e commercio e nel 2001 abbiamo deciso di costituire questa società».

E il nome si può ben dire che l’avesse già scritto il caso?

«Non poteva che chiamarsi con la nostra data di nascita, ossia Ventidieci. È nato tutto un po’ per caso e oggi a distanza di venticinque anni siamo ancora qui, a organizzare e produrre spettacoli».

Ricordi chi fu il protagonista del vostro primo evento?

«Come potrei dimenticarlo? Il nostro primo evento fu organizzato il 14 marzo del 2001 al Teatro d’Annunzio di Latina. Protagonista fu Gabriele Cirilli, che dallo scorso anno è tornato con noi. Stiamo facendo con lui un tour in tutti i teatri italiani, ed è un ritorno a casa che ci sta dando davvero tanta soddisfazione».

Molti di quelli che frequentano il mondo dello spettacolo quando avete iniziato non avrebbero scommesso un euro sul vostro successo, anche perché le vostre sembravano sfide alquanto ambiziose e rischiose, specie se rapportate ad un ambiente come quello degli impresari dell’epoca. Invece…

«Diciamo che abbiamo incontrato tante tante difficoltà. Ricordo ancora un viaggio quando io e Gianluca andammo in tantissime agenzie italiane a presentarci ed eravamo visti un po’ come i ragazzi che volevano affrontare questa nuova sfida. Il percorso è stato inevitabilmente accidentato. Eventi andati male, la crisi del Covid, ma abbiamo continuato soprattutto perché ci abbiamo messo tanta passione, che penso sia l’autentico motore che ha spinto la nostra attività».

Oggi invece siete in splendida forma...

«Oggi siamo un’azienda solida. Abbiamo uno staff di professionisti, ma abbiamo incontrato tante difficoltà e tante porte chiuse. Non ci hanno fermato».

Una volta sbarcati a Roma avete promosso grandi eventi, lasciando sui manifesti e sulla pubblicità il vostro prefisso 0773. Una scelta identitaria che ha pagato?

«Certo, abbiamo deciso di lasciare quel prefisso perché dopo un periodo di emarginazione dal mondo dello spettacolo, quando abbiamo coronato i nostri sogni non solo a Roma, ma anche a Milano, abbiamo ritenuto giusto ricordare le nostre origini. Sul maxi led della stazione centrale di Milano c’è il nostro prefisso».

Anche la scelta di proporre Arena del Mare a distanza di anni, a partire dalla scorsa estate, va nel solco dell’identità della vostra promozione di un territorio al quale vi sentite particolarmente legati?

«Questa è stata un’idea del mio socio. Abbiamo partecipato a un bando, io ero un po’ contrario perché ritenevo non avessimo più le energie di venticinque anni fa, quando “organizzavamo” Sabaudia. Oggi è faticosissimo, ma ho comunque aderito all’invito del mio socio. Sabaudia per noi era il posto dove da giovani andavamo a passare le domeniche al mare, quindi siamo legati profondamente a questo territorio e sono particolarmente contento che quest’anno ci siano nuove energie. Mia figlia che si sta diplomando tornerà a lavorare in azienda con noi; noi siamo cresciuti, però ci sono nuove risorse, nuovi ragazzi che si sono inseriti all'interno dell’azienda, e sarà un'estate sicuramente bella perché lavorerò anche con tante persone care a me vicine».

Quanto la cultura, lo spettacolo e l’arte in genere possono fare per la crescita di un territorio?

«Io penso che gli eventi in genere rappresentino un volàno per l’economia. Per chi ha studiato un po’ di marketing territoriale un’offerta artistica e di aggregazione genera comunque un indotto importante per il territorio. Noi in questi anni abbiamo lavorato anche con il ministero andando a creare eventi all’interno di siti archeologici. Ricordo con grande piacere il “Vulci Festival”, quando, nel parco archeologico di Vulci, portavamo artisti a livello nazionale e internazionale andando comunque a creare in una zona di forte impatto archeologico anche un’attrazione ricreativa. Penso che ci debba essere una grande sensibilità e una grande voglia da parte delle amministrazioni di accogliere eventi all’interno dei territori perché rappresentano una ricchezza e un valore aggiunto alle bellissime valenze paesaggistiche. Non sempre però questa sensibilità si manifesta e queste occasioni vengono colte in modo adeguato».

Come si è sviluppata la vostra attività?

«Diciamo che noi adesso siamo specializzati nelle stagioni teatrali; in Italia penso che siamo tra le aziende leader in alcuni settori, come quello dei family show, dove portiamo in scena spettacoli di Carolina Benvenga, Ninna e Matti e abbiamo un po’ individuato il nostro lavoro precipuo nella fascia teatrale».

Quanti eventi in concreto riuscite ad organizzare in un anno?

«Tra organizzazione, produzione e collaborazioni produciamo circa 620 eventi l’anno nei più importanti teatri italiani e nelle aree estive. Abbiamo organizzato qualche giorno fa il concerto di Allevi alle Terme di Caracalla; abbiamo i Kraftwerk, la PFM, il Teatro Antico di Taormina, lavoriamo a Sferisterio, quindi di fatto lavoriamo un po’ in tutti quelli che sono gli spazi più belli d’Italia. Devo dire che è complicato organizzare tanti eventi, ma ribadisco che abbiamo uno staff di gente che ci mette il cuore, riuscendo a superare difficoltà che pensavamo difficili da scavalcare>.

Come funziona la vostra struttura?

«La Ventidieci ha uno staff incredibile. Io e Gianluca siamo solo la punta di un iceberg di una struttura. Poi ognuno ha i propri compiti specifici».



Ci sono inevitabilmente bizze o capricci degli artisti. Qualcuno vi ha reso la vita particolarmente complessa?

«In linea di massima lavoriamo con artisti che non hanno richieste particolari. Io ricordo una richiesta che ci venne da un artista internazionale popolarissimo come Sting. Quando gestivamo il centrale del Foro Italico a Roma, lui aveva uno chef che seguiva il tour e ci chiese il tofu, che noi non sapevamo neanche cosa fosse. Talvolta ci chiedono vini particolari o vini biologici, ma di regola non abbiamo richieste particolari».

Dai capricci alle superstizioni. C’è qualche episodio particolare?

«La superstizione tra gli artisti che abbiamo “organizzato” è stato un elemento mancante o comunque presente in modo appena percettibile. Non ho pertanto episodi particolari da proporvi».

In questi anni di attività come è cambiato il vostro lavoro?

«Diciamo che è molto migliorato, perché oggi siamo supportati dalla tecnologia. Mi ricordo tanti anni fa c’era ancora l’abitudine di portare i ticket a mano nei punti vendita, e c’erano persone che montavano le tende il giorno prima. Oramai con le piattaforme, soprattutto con il circuito Ticket1, la vendita è molto agevolata. Con l’app si acquista in un momento, anche la pubblicità è molto agevolata. Chiaro che si devono usare correttamente gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione, ma è palese che il lavoro sia agevolato».

A proposito di social. Hanno aiutato o costituiscono contestualmente un problema per il vostro lavoro?

«I social hanno notevolmente aiutato, perché riusciamo a raggiungere i target di pubblico in maniera veloce. Tra l’altro è anche un sistema ecologico, perché si risparmia magari sull’uso della carta o dei manifesti o dei volantini. Però ci deve essere sempre un uso corretto dei social. Noi li utilizziamo per diffondere i contenuti e per divulgare quella che è stata la serata attraverso specifici reportage».

In questi anni di attività su e giù per l’Italia, quali sono stati gli spettacoli e gli eventi che portate nel cuore?

«Nel cuore porto un concerto bellissimo al Foro Italico nel 2013 con Leonard Cohen, un artista meraviglioso. Ho inoltre particolarmente cari tutti gli eventi organizzati con Gigi Proietti, che penso sia un artista unico, inimitabile. Ricordo che prima di salire sul palco con il sold out tremava, come se fosse alla prima apparizione. Aveva davanti migliaia di persone ma sentiva di doversi mettere sempre alla prova: un esempio per tanti che non avendo fatto la gavetta pensano che il successo arrivi all’improvviso».

Altri spettacoli di particolare rilevanza?

«Quello di Manu Chao, organizzato a Vulci, in un contesto bellissimo dove arrivarono 10.000 persone da ogni parte d’Italia, poi anche Paolo Conte alle terme di Caracalla, ma ne abbiamo fatti tantissimi di eventi. Gigi Proietti è qualcosa che portiamo noi tutti nel cuore perché ci ha insegnato che per diventare grandi non bisogna ostentare ma bisogna essere umili e avere sempre i piedi per terra, quindi lui era il più grande di tutti per questo».

Latina si appresta ad organizzare una celebrazione del centenario della propria fondazione. Pensate di proporre un progetto per questa importante ricorrenza?

«Noi siamo a disposizione dell’amministrazione comunale e della fondazione per aiutare e consigliare. Abbiamo una bellissima idea che potrebbe essere una sorta di reunion di tutti gli artisti che rappresentano la scena musicale latinense in un unico concerto. Magari, se ci sarà modo, parleremo direttamente con la fondazione che si sta costituendo, cercando di fare qualcosa di bello e utile».

Anche nel capoluogo ciociaro comunque avete organizzato molti eventi?

«Sì, anche a Frosinone abbiamo fatto tanti eventi. Ricordo Fiorello al Casaleno, ma saranno passati oltre quindici anni, e poi Brignano al Teatro Nestor. Ho un ricordo piacevole perché Frosinone è un territorio che risponde bene e che ama la cultura».

Ma Ventidieci” non si ferma al Lazio. Opera un po’ in tutta Italia. Puoi dirci dove?

«Noi lavoriamo un po’ in tutta Italia. Organizziamo tantissimi eventi a Milano, complessivamente dei nostri 600 eventi sono soltanto 200 quelli sul territorio laziale. Abbiamo esclusive di artisti, come Carolina Benvenga, e come agenzia abbiamo l’esclusiva italiana di Steve Hackett, ex chitarrista dei Genesis, nonché il tour della PFM, l’esclusiva con un’altra agenzia di Francesco Cicchella, Giovanni Vernia, Gabriele Cirilli. Lavoriamo dalla Val d’Aosta alla Sicilia».

Qual è la manifestazione che un giorno vorreste organizzare, a parte Sanremo, che sarebbe già una risposta scontata?

«Sanremo sì, mi piacerebbe organizzare questo grande evento; ma anche il grande concerto a Latina per il centenario, un evento che potrebbe ospitare anche 80/100 mila persone. L’idea già c’è, se l’amministrazione sarà disponibile».


In generale avete un target di riferimento per le vostre proposte artistiche?

«Noi organizziamo spettacoli da Carolina Benvenga, che è una fascia di due/tre anni, fino a Massimo Ranieri. Diciamo sempre che il nostro pubblico va da 2 anni a 99 anni, quindi abbiamo rassegne che coprono un po’ tutti i gusti e tutti i target di età».

Torniamo allo 0773: lo scorso 31 dicembre a Capodanno avevate una sorta di esclusiva per le più belle location della capitale. Sarà così anche quest’anno?

«Lo scorso anno abbiamo fatto un poker: una cosa quasi incredibile, perché abbiamo organizzato Massimo Ranieri alla Nuvola dell’Eur, Edoardo Leo al Parco della Musica, Francesco Cicchella all’Auditorium Conciliazione e alla fine anche la

PFM al Circo Massimo. Ci siamo di fatto ritrovati con un poker di assi a Roma e per noi è stata una cosa eccezionale».

E quest’anno?

«Quest’anno già abbiamo in programmazione due eventi sempre su Roma: Edoardo Leo tornerà al Parco della Musica, seguendo un po’ la tradizione di Gigi Proietti, che lì si esibiva di regola. Edoardo possiamo considerarlo un po’ il suo erede naturale. Poi c’è Francesco Cicchella all’Auditorium Conciliazione. Stiamo inoltre lavorando su altri eventi».

Tra gli artisti più giovani, oggi su chi vi sentireste di scommettere?

«Noi stiamo lavorando tanto sui nuovi divulgatori, quindi più che sulla musica, sui nuovi format di divulgazione scientifica, letteraria e culturale, e quindi a breve lanceremo due artisti, uno giovane e uno un po’ meno giovane».

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