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L'intervista

Caserio, tra il Paradiso e l’Inganno

Il personaggio L’attore di Latina nella serie Netflix con Guerritore e il pomeriggio sulla Rai

Caserio, tra  il Paradiso e l’Inganno

Tra i protagonisti della serie “Inganno” uscita sulla piattaforma Netflix, Emanuel Caserio ha il ruolo del figlio maggiore di Gabriella (interpretata da Monica Guerritore) e con lei si confronta duramente per contrastare la relazione della madre con un uomo molto più giovane di lei, Elia (Giacomo Gianniotti).
È una fiction di cui si è parlato tanto, oltre che essere la seconda serie più vista nel mondo dopo Outer Banks, e l’attore di Latina nell’ultima settimana è stato ospite degli studi de ‘La vita in diretta’, ‘Uno Mattina’ e ‘Citofonare Rai2’.
È un volto noto quello di Emanuel, che compare tra l’altro ogni giorno nel “Paradiso delle Signore, altro straordinario successo televisivo.
Volentieri quindi lo avviciniamo di nuovo, dopo averlo incontrato ai tempi di Forever Young con Sabrina Ferilli, quando alle spalle aveva già un suo momento di gloria. Era il 2016, e nel corso della 73° Mostra del Cinema di Venezia aveva ricevuto il Premio Kineo riservato alle giovani rivelazioni.
Ora l’ennesimo traguardo.
«E sono molto felice del percorso che mi ha portato fino a qui. Non sono mancati i momenti difficili, ma anche quelli fanno parte della gavetta. Devo dire grazie anche a loro. La serie Netflix è un piccolo desiderio che si realizza. Se mi guardo indietro vedo un ragazzo pieno di sogni nel cassetto, che con tenacia e determinazione sta realizzando la sua strada».
Pappi Corsicato in “Inganno” tratta un tema che ha fatto discutere, qual è la sua opinione in merito? Come è stato lavorare con una grande attrice come Monica Guerritore?
«Io credo che ogni essere umano sia libero di vivere la propria vita come meglio crede. Non amo giudicare, né tantomeno convincere nessuno. La serie parla d’amore e lo fa con eleganza. Poi che sia un amore tra una donna più grande e un uomo più piccolo, non fa differenza. Se ne è parlato tanto però, quindi mi rendo conto che il tabù esiste tutt’oggi nel 2024. Monica è una grande professionista, una donna affascinante e magnetica. Lavorare con lei è stata un’opportunità di crescita personale e professionale».
“Inganno” è la serie italiana più vista, al secondo posto al mondo su Netflix, e “Il Paradiso delle Signore” è diventata la fiction per eccellenza con all’attivo diversi premi, un posto di primo piano sui social e perfino una mostra a Roma. Si aspettava consensi di queste dimensioni?
«Non mi aspetto mai nulla dalle cose che faccio. Non nascondo però, che la soddisfazione è grande quando arriva la riconoscenza. Sono uno che si impegna molto nel lavoro che fa. Non lascio nulla al caso, mi preparo molto nei ruoli che interpreto e vedere ripagata la fatica dà molta gioia».
Ci parli del suo ruolo, del personaggio di Stefano Vasari...
«Stefano è un avvocato tutto d’un pezzo ma che nasconde in sé grandi fragilità. In lui vivono due forze, la protezione di un padre e la fragilità di un figlio. È un’anima che ho amato molto nell’interpretarla».
Diversi invece le atmosfere del Paradiso, e il suo personaggio Salvatore Amato: cameriere, barista e poi proprietario del Gran Caffè. Ci sono riscontri con la sua vita?
«Salvatore è cresciuto insieme a me. È entrato da ragazzo con molti sogni nel cast del Daily il Paradiso delle signore, e ad oggi dopo sette anni è diventato un uomo. Lo vediamo proprietario della caffetteria e cresciuto sotto tanti punti di vista. Salvatore ha dato tanto ad Emanuel».
Cinema, teatro e fiction: in quale contesto si sente più a suo agio?
«La fiction ti fa conoscere al grande pubblico. Ad oggi vorrei continuare ad alternare cinema e fiction. Il teatro? Se chiama, sarò in prima fila».
Sembra che lei abbia un altro interesse importante: l’insegnamento.
«Sono docente di alcuni corsi di recitazione con la macchina da presa. Amo vedere l’entusiasmo di chi inizia. Mi piace essere dalla loro parte e aiutarli a trovare la loro cifra stilistica ed espressiva. Non ho una scuola di recitazione tutta mia. Ma chi lo sa, magari un domani».
Come è nata la sua passione per il cinema e quale percorso ha seguito per riuscire? E la sua famiglia l’ha assecondata subito?
«La mia passione per il cinema l’ho scoperta intorno ai 15 anni. Ho iniziato a frequentare un corso di recitazione nella mia città e da lì non mi sono più fermato. Mi sono diplomato al centro sperimentale di cinematografia e lì ho avuto modo di iniziare a dialogare con la macchina da presa, che ad oggi amo profondamente. La mia famiglia è sempre stata dalla mia parte. Non mi hanno mai fermato, scoraggiato... anzi, da loro ho sempre sostegno e appoggio. Sono stati i miei primi fan. Hanno creduto in me anche nei momenti più delicati».
Qual è oggi il suo rapporto con Latina?
«Torno spesso a Latina, i miei vivono qui. L’ho vista un po’ cambiata negli ultimi anni (zona pedonale, Ztl, tanti nuovi negozi..) e devo dire che questa nuova versione più mondana non mi dispiace. A me piace Latina, ci sono le mie radici. Quando torno mi ricorda chi sono e dove sono partito. Le radici non si dimenticano mai».

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