L'evento
02.01.2025 - 10:30
Il “canascione” è una sorta di pizza ripiena alla quale da undici anni l’Amministrazione comunale di San Felice Circeo in collaborazione con l’Associazione culturale enogastronomica e la Pro Loco dedica una sagra. La prossima edizione si terrà sabato 4 gennaio, a partire dalle 11, a Piazza Marconi, nel centro storico della città. Diversi i modi con cui viene farcito, ma quello tradizionale è con i broccoli e la salsiccia. È molto più grande di un calzone e, a differenza di quest’ultimo che viene anche fritto, viene soltanto cotto nel forno a legna. E come lo stesso calzone, ha una forma a mezzaluna.
Quella di festeggiarlo fu un’iniziativa dell’Assessorato al Turismo e della Pro Loco. Così gli amministratori comunali motivarono quella scelta: “Le tradizioni culinarie fanno parte del patrimonio culturale di un paese e il ‘canascione’ è uno dei più famosi prodotti della nostra tradizione gastronomica che va tutelato”. In passato veniva farcito con gli avanzi: era in pratica considerato un “piatto di recupero”. Pare che le “sue origini risalgono alla tradizione contadina del Secondo dopoguerra, quando la povertà imponeva di ridurre al minimo gli sprechi”.
“Per avanzi - ha scritto Susanna Cutini, direttore di TaccuiniStorici.it - s’intendeva, e s’intende, tutto quello che rimaneva di non utilizzato non solo alla fine di un pranzo, ma anche dopo la preparazione di un piatto. Adoperare gli avanzi, oltre che a ovvie ragioni di economia, rispondeva anche a necessità gastronomiche, perché ciò che se ne ricavava aveva la bontà e l’originalità di un piatto nuovo. Gli avanzi - ha continuato - erano molto vari: pasta, riso, carne, pesce, verdure o uova, e da loro nascevano ragù, risotti, frittate, pizze, insalate, supplì e frittelle. La cucina di casa, anarchica per stile, identificava poi la bontà di ciascuna preparazione come ‘un segreto di famiglia’.
Queste ricette spontanee, non create a tavolino erano insomma l’esempio di come l’arte culinaria si alimentava, e si alimenta, di libertà, differenze e varianti”. Con gli anni e il miglioramento delle condizioni economiche , il “canascione” è diventato un vero prodotto tipico di San Felice Circeo. Così come in passato, per i suoi ripieni vengono sempre utilizzate verdure, formaggi e salumi, ma cambiano a seconda dei gusti personali.
I più richiesti sono quelli con broccoli e salsiccia e con il formaggio e il guanciale. Si trovano a sfornarli, oltre ai forni locali, anche alcune pizzerie del posto e qualche pub. Si dice che il nome “canascione” derivi da “canasse”, mascelle in dialetto sanfeliciano. A Sezze, lo chiamano “calascione” ed è molto più piccolo di quello di San Felice Circeo: è grande come il calzone. Come lo stesso “canascione” sanfeliciano poi, viene cotto soltanto al forno. Due le sue farce tipiche: con la ricotta e con i broccoletti. Ma viene riempito anche in tanti altri modi. Oltre che a mezzaluna, ha la forma anche rettangolare. Il suo impasto è rimasto invariato nel tempo. In passato, lo preparavano le massaie il giorno in cui impastavo il pane per il consumo domestico. Ora, lo propone solo qualche forno.
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