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Fariselli per salvare il Sottoscala9: domenica in concerto al Circolo di via Isonzo

Il pianista compositore: "Sceglierò alcuni brani del repertorio storico del gruppo Area"

Fariselli per salvare il Sottoscala9: domenica in concerto al Circolo di via Isonzo

Patrizio Fariselli,  pianista e compositore di fama mondiale, una leggenda vivente. Ha scritto, eseguito e prodotto musica per il cinema, teatro, danza e non solo con gli Area. Domenica 13 luglio sarà ospite al “Sottoscala 9” "(costo del biglietto 15 euro con tessera Arci). Per l’occasione lo abbiamo intervistato.
Domenica tornerà  a Latina dopo la Lectio Magistralis di maggio con un nuovo concerto. Può  anticiparci qualcosa sul repertorio?
«Sceglierò alcuni brani del repertorio storico del gruppo Area, così come io li arrangio in versione elettronica solista, e metterò anche qualche brano di nuova composizione. Mi serve per rodarlo in visione di una prossima incisione».
Che cosa significa per lei riportare quei brani sul palco?
«È una cosa che faccio continuamente ormai da cinquant’ anni, nel senso che nella varietà dei concerti e del nuovo materiale che io man  mano compongo, non manco mai di far ascoltare, soprattutto ai più giovani, questo patrimonio per me importante. Area Open Project ha sviluppato in dieci anni una letteratura musicale che ancora conserva forti elementi di attualità e  di validità, a mio avviso, e vedo che comunque i giovani rispondono bene. Per esempio quando siamo venuti nella scuola a Latina abbiamo avuto una conferma: questi ragazzini che strabuzzavano gli occhi. Che piaccia o non piaccia non lo so, non importa, l’importante è che loro abbiano una pietra di paragone rispetto al mood corrente e alle cose che normalmente li circondano. Riescono a vedere cioè che i giochi dal punto di vista artistico non sono tutti fatti, non ci sono solo le cose che il mercato ti propone».
L’evento è anche un’iniziativa a sostegno del Circolo Sottoscala 9. Che cosa pensa del ruolo che spazi come questo hanno nella vita culturale di una comunità?
«Per me bisogna fare il possibile, il massimo perché questi spazi non chiudano. Sono finestre culturali e indispensabili. Io ho un'età per cui negli anni ‘70  praticare musica era molto semplice, sia perché c’era una forte proposta musicale da parte dei giovani, e sia  perché c’era soprattutto una grande attenzione da parte del pubblico e una voglia di partecipare alle cose nuove. Ecco che le occasioni di fare musica erano tantissime nel corso dei decenni. Le cose sono cambiate, il mercato è sempre più prepotente, rimangono i grossi concerti che fanno grossi numeri, ma stanno scomparendo gli spazi minuti, quelli che danno anche la possibilità ai giovani di sperimentare e ai giovani ascoltatori di vivere queste esperienze culturalmente. A questo punto per chi si occupa di produrre cultura in quei  territori, diventa una battaglia politica e culturale. Io e i miei compagni come Area abbiamo sempre fatto il massimo per stimolare e per difendere questi tali spazi».
Nel corso della sua carriera ha lavorato con giganti come Walter Marchetti, Juan Hidalgo e ha interpretato John Cage. Che cosa resta oggi di quelle esperienze nella sua visione musicale?
«Sono esperienze che ho fatto, che continuo a fare e che mi aiutano a procedere lungo la strada della conoscenza. Non si finisce mai di imparare, soprattutto quando ci si confronta con un ‘maestro’,  cioè un artista che ha chiuso il cerchio del proprio talento, che ha capito qual è il suo talento ed è preparato per farlo fiorire nel modo migliore. Le esperienze e le condivisioni della musica con altri musicisti sono  fondamentali perché è un arricchimento. Giusto ieri ho fatto un concerto meraviglioso, non conoscevo i musicisti con cui ho suonato. Uno era Marcus Stockhausen, figlio del maestro compositore della musica contemporanea degli anni ‘70, uno è Alisa, musicista iraniano e abbiamo improvvisato un concerto meraviglioso. Oggi sono arricchito ancora di più perché è stato un incontro di personalità, di storie e diversità ma siamo riusciti a coesistere creativamente su un palco producendo un risultato altro, abbiamo costruito musica insieme di alto livello».
Quali progetti per il futuro?
«Sto lavorando con il mio gruppo Area Open Project, e  stiamo provando veramente tanto perchè manca poco alla registrazione del nuovo progetto che realizzeremo proprio a Latina»

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