Il fatto
19.05.2025 - 21:30
L’Associazione Caponnetto e il sindacato di polizia Siulp, quasi in contemporanea e con uguale valutazione, tornano sul peso della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale di Formia a una settimana dal reportage di La7 dedicato alla morte (o forse alla bugia sulla morte) di Antonio Bardellino.
«Quanto andato in onda - scrive l’associazione Caponnetto - non costituisce affatto l’apertura del vaso di Pandora, ma purtroppo realtà acclarata quanto attuale, che non può essere negata da chiunque, tanto più se rappresentante istituzionale, abbia una pur minima consapevolezza di quanto accade nel sud pontino. Una consapevolezza che la nostra associazione ha sin dalla sua costituzione, grazie all’intuizione del compianto segretario Elvio Di Cesare, e sulla base della quale non abbiamo mai abbassato la guardia sulle dinamiche in essere sul territorio, con continui rapporti di collaborazione con le forze di polizia, e costituendoci parte civile nei processi che hanno riguardato e riguardano fatti collegati a reati di criminalità organizzata nell’intera provincia. Quello che emerge, e che è sotto gli occhi di tutti, è che, come abbiamo sempre denunciato, personaggi legati alla camorra, in maniera diretta e/o per interposta persona, troppo spesso nell’ignavia quando non nella complicità delle istituzioni, operano nel sud pontino da oltre quarant’anni, infiltrandosi nella società civile e modificando nel tempo il modo di agire senza mai abbandonare la loro cultura ed i loro interessi. La vicenda della mai rimossa sbarra a chiusura della strada dove abitano i Bardellino né è un emblema.
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