Il caso
22.04.2024 - 07:30
«L’appartenenza ad un gruppo familiare è un dato obiettivo nella sua storicità e i Di Silvio, erano famosi nella zona dove furono commessi i reati per la loro caratura criminale». E’ questo un passaggio delle motivazioni con cui la Corte di Cassazione ha confermato le condanne degli imputati dell’operazione Movida, una costola dell’inchiesta Scarface, condotta dalla Squadra Mobile di Latina e dalla Dda. Lo scorso 19 marzo si era svolto il processo e la sentenza è diventata definitiva. «Il metodo mafioso è stato dedotto oltre che dal riferimento esplicito degli imputati, dal riconoscimento delle vittime e dalle modalità delle azioni», hanno aggiunto i giudici.
Come avevano osservato i giudici la vicenda processuale riguarda una serie di estorsioni commesse a Latina in particolare nella zona della movida, dai componenti della famiglia Di Silvio, riconducibili a Giuseppe detto «Romolo». «Avvalendosi della forza intimidatrice derivante dalla fama criminale e dalla condizione di omertà delle vittime».
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