La contesa
24.06.2024 - 16:00
Una sentenza destinata a fare giurisprudenza. E’ quella emessa della seconda sezione della Corte d’Appello specializzata in materia d’impresa che ha rinnovato al comune di Sperlonga la titolarità di una lunga fascia di territorio che si estende lungo il suo litorale di ponente, sino a lago Lungo e dunque, ai confini con i comuni di Fondi e Terracina. I giudici d’appello hanno posto fine ad una complicata controversia dal punto di vista tecnico-urbanistico ma anche storico, confermando l’efficacia della sentenza numero 12218 del 15 giugno 2017 emessa dalla seconda sezione civile del Tribunale di Roma. Vi si era appellata l’Agenzia del Demanio che, difesa dall’avvocatura dello Stato, chiedeva la disponibilità, giuridica ma anche patrimoniale delle aree costiere. Il Comune ha avviato la difesa, curata in maniera dettagliata dall’avvocato Vincenzo Macari e da un perito in materia demaniale, contestando le rivendicazioni dell’agenzia del demanio.
Il Tribunale civile prima e ora la Corte d’Appello hanno fatto un analogo ragionamento: le superfici contese provengono dagli ex usi civici e ancor prima dal demanio feudale e questo tratto di territorio ha perso le caratteristiche su utilizzo per fini marittimi nonostante insistesse anche su porzioni di spiaggia. Ne è nato dunque un contenzioso caratterizzato anche da una guerra di perizie. I consulenti dell’Agenzia del Demanio hanno definito carente la rivendicazione promossa dal Comune di Sperlonga, accusato di ottenere giudizialmente la dichiarazione di proprietà di questa fascia di litorale ma senza qualificare i suoi confini. Sta di fatto che i giudici di secondo grado hanno respinto il secondo ricorso dell’Agenzia del Territorio perché, alla luce delle prescrizioni della sentenza della Corte di Cassazione numero 18307 del 2015, le sue argomentazioni contro la sentenza del Tribunale civile di Roma non “inficiano il suo fondamento logico giuridico”. In questa querelle hanno pesato non poco l’esito delle perizie e quella prodotta dal Comune di Sperlonga è stata determinante per qualificare appartenente al demanio marittimo un’area rivierasca, a prescindere dalla natura geografica del terreno. Insomma la fascia di litorale di ponente di Sperlonga - secondo la Corte d’Appello - non può essere oggetto di rivendicazione da parte dell’Agenzia del Demanio, sconfitta per la seconda volta e condannata a riconoscere al Comune di Sperlonga il pagamento di 6000 euro per le spese di lite affrontate.
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