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Il caso

Satnam Singh, parla la madre: "Voglio giustizia per mio figlio"

Collegata dal nord dell'India parla le parole della donna: "Vorrei vedere in volto chi ha abbandonato Satnam"

Satnam Singh, parla la madre: "Voglio giustizia per mio figlio"

«Voglio giustizia per mio figlio». E’ questo quello che ha chiesto la madre di Satnam Singh il bracciante agricolo indiano abbandonato senza un braccio e morto dopo due giorni di agonia. La donna ha parlato via WhattsApp dall’India. «Il fenomeno del caporalato è in crescita ma la Procura di Latina non ha nulla da rimproverarsi. Ci sono state numerose indagini e processi per questo reato». E’ questo quello che dice il Procuratore di Latina Giuseppe de Falco. Intanto, per oggi pomeriggio è prevista una nuova manifestazione, che vedrà le comunità sikh e i sindacati Fai Cisl e Uila Uil sfilare tra le vie della città per gridare “stop al caporalato”.

«Immagino quello che sta vivendo la moglie. Chiediamo giustizia», ripete la donna. Ha le mani giunte nel corso di una chiamata che da Latina arriva nel Nord dell’India, chiude gli occhi, si dispera. I familiari del bracciante agricolo vogliono venire in Italia e stanno contattando l’Ambasciata per poi riportare la salma in India. «L’Italia è considerato un paese buono, in India siamo figli dell’agricoltura e proprio per questo preferiamo venire in Italia che è una terra ospitale», spiega Gurmuk Singh, rappresentante Associazione Comunità Indiana del Lazio. C’è una coincidenza incredibile nella morte di Satnam avvenuta dopo due giorni di agonia al San Camillo di Roma e il suo impiego alle dipendenze di Lovato.

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