Il fatto
31.10.2024 - 09:00
Ha le sembianze di un legal thriller quanto accaduto ad una famiglia di costruttori di Latina che stavano, letteralmente, per essere cacciati dalla loro abitazione in conseguenza di un’esecuzione per un debito sul quale avevano avviato una proposta di ristrutturazione. Sull’uscio c’erano già il delegato alla vendita, i proprietari, il procuratore dei nuovi acquirenti, una pattuglia della polizia e l’avvocato degli esecutati, quando è arrivato lo stop del giudice Tiziana Tinessa che ha fermato in extremis la consegna delle chiavi della villa.
Una sequenza al cardiopalmo che deriva da una serie di sviste nelle procedure sulle quali adesso si potrà effettuare una nuova valutazione di merito. La storia ha inizio nel 2014 quando l’impresa di costruzioni effettua lavori di restyling presso un albergo di Gaeta, incarico che però non verrà pagato e l’insolvenza porterà la società edile al fallimento, anche perché la titolare dell’hotel fece un’offerta di transazione al 50% del dovuto quando ormai era troppo tardi, dunque il fallimento fu inevitabile. Partì in quel momento l’iter di recupero per i creditori dell’impresa con la vendita dei beni immobili dei soci. Nel frattempo i proprietari degli immobili, tutti imparentati fra loro, hanno presentato una proposta di ristrutturazione del debito. L’istanza è stata accolta ma comunque stava andando avanti l’iter di vendita degli immobili per la vecchia storia del fallimento.
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