Il caso
18.11.2024 - 15:20
A Borgo Podgora succede che una famiglia si è vista recapitare la diffida di uno studio legale incaricato da un condomino dello stesso palazzo perché il fumo della sigaretta fumata in balcone invade gli appartamenti del piano superiore. Una vicenda che rasenta l’assurdo perché la famiglia accusata di “inquinare” i piani superiori col fumo è composta da una coppia con bambino piccolo, della quale solo l’uomo è fumatore, ma lavora fuori Latina e torna a casa solo due giorni a settimana, quando si concede una sigaretta la sera, oltretutto di quelle autoprodotte al momento che notoriamente emettono meno fumo rispetto a quelle confezionate. La moglie anche trascorre quasi tutto il giorno fuori per lavoro e non fuma. Fatto sta che la vicina, inquilina del piano superiore al loro, si è lamentata una prima volta con l’amministratore di condominio, poi ha affidato le proprie lamentele a un legale, che ha formalmente diffidato la famiglia del piano sottostante al suo. «Dalla sua unità immobiliare proviene fumo di sigaretta che supera la normale tollerabilità - si legge nella lettera recapitata al presunto fumatore molesto - tanto che, pur chiudendo le finestre, il fumo entra nell’appartamento rendendo l’aria irrespirabile e causando seri problemi di salute» non solo all’inquilina del piano superiore, ma anche alle persone che abitano nei piani sovrastanti al suo. Insomma, ribadendo «l’obbligo di evitare che dall’unità immobiliare derivino emissioni lesive dei diritti dei vicini, tanto più se idonee a danneggiare o comunque mettere a rischio il diritto alla salute» la lettera si conclude con la diffida a interrompere subito le cause di disturbo, annunciando altrimenti l’intenzione di portare avanti la battaglia nelle sedi opportune.
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