09.01.2025 - 11:00
Una sequela di messaggi di apprezzamento, di appalusi e anche di solidarietà per un giovane uomo originario di Cori balzato agli onori delle cronache per aver voluto gridare “Viva la Costituzione” e “Viva la Resistenza” mentre si trovava a passare nei pressi di via Acca Larentia - lui da tempo vive nel quartiere - durante l’ormai tradizionale appuntamento per ricordare Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Ricchioni, tre giovani militanti del Fronte della Gioventù uccisi il 7 gennaio del 1978 davanti a quella che era la sede del Movimento Sociale.
E’ infatti un corese doc Marco C. che pochi secondi dopo aver gridato quelle frasi e una un po’ meno “carina”, è stato raggiunto e fermato da alcuni appartenenti alla Digos che hanno voluto identificarlo. In pratica di fronte a circa 1.300 persone che gridano il “presente” e che col braccio teso fanno il saluto romano, l’unico sul momento ad essere identificato è chi al contrario inneggia ai valori fondanti della Costituzione, della Resistenza.
«Invece che arrestare i manifestanti per apologia di fascismo identificano chi si appella la Costituzione - ha detto infatti il giovane ai tanti rappresentanti dei media presenti in quei minuti -. È giustissimo commemorare le vittime della lotta politica armata ma è inaccettabile che questo diventi Predappio, un raduno di neofascisti, di gente che fa il saluto romano. Inaccettabile per un Paese che ha subito fascismo e nazismo. Forse qualcuno non ha studiato».
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