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Il caso

Da villa abusiva a rifugio per donne e bambini, chiude la “Casa Giusta”

Il centro di accoglienza straordinaria di Formia, esempio di riscatto e solidarietà, ha cessato le attività. La villa confiscata torna al Comune, ma resta il dubbio sulla sua prossima destinazione

Da villa abusiva a rifugio per donne e bambini, chiude la “Casa Giusta”

E’ stata l’unico esperimento riuscito di uso sociale di un bene confiscato, un segno di speranza, solidarietà, riscatto. Da alcuni giorni la «Casa Giusta» è chiusa, vuota.

Il centro di accoglienza straordinaria autorizzato dalla Prefettura di Latina per sole donne migranti con bambini piccoli è stato dismesso, dopo aver rappresentato un progetto pilota importantissimo di integrazione, tanto da essere al centro di documentari anche stranieri sul modello di assistenza e sostegno per ragazze vittime di tratta. La villa costruita sul mare in barba a tutti i vincoli, con tanto di rimessa di cemento per le barche ricavata direttamente sulla battigia è stata un simbolo da che è nata.
Palesemente abusiva ma mai abbattuta, è stata realizzata da un ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere che l’aveva piazzata giusto sulla spiaggia, a dimostrazione dell’assalto del cemento, in quegli anni, alla costa di Formia e non solo.

Erano i magnifici (e terribili) Ottanta. Poi fu confiscata in via definitiva e con varie tappe era arrivata ad essere la sede di un Cas del Ministero dell’Interno con tanto di sala lettura e sartoria sociale, un luogo da dove iniziavano nuove storie di vita.
Alcuni giorni fa gli operatori sociali hanno consegnato le chiavi all’amministrazione comunale di Formia, che ora si ritrova un altro bene confiscato da gestire, dell’ormai vasto patrimonio frutto di illeciti sparso un po’ ovunque sul territorio.
Le frasi più chiare e sentite sulla Casa Giusta e su cosa ha rappresentato in questi anni le ha scritte Sabrina Yousfi, una delle operatrici.

«Abbiano lasciato la Casa Giusta, il bene confiscato di Formia nel quale abbiamo lavorato negli ultimi 7 anni. Un Centro di Accoglienza Straordinario, nonostante le difficoltà con gli altri enti appartenenti al progetto originario. Le mie figlie sono cresciute insieme alle figlie delle nostre ospiti e questa esperienza non ha prezzo. Si conclude un capitolo molto importante della Cooperativa Alternata Silos. Abbiamo dato tutte noi stesse per rendere aperto il bene confiscato ed usufruibile a tutti, senza oneri finanziari, dei quali ci siamo sempre fatto carico noi. Ce l'abbiamo messa tutta, ma non è stato abbastanza; le restrizioni del Covid poi ci hanno devastato. Finita la nostra convenzione con la Prefettura, abbiamo riconsegnato il bene alla comunità e al Comune di Formia perché quel bene appartiene alla comunità. Ringrazio la nostra presidente, Federica Marciano, perché senza la sua lungimiranza la realizzazione di questo progetto non sarebbe mai stato possibile».

Uno spazio sociale a Formia manca, a cominciare, per esempio, da quello per l’annunciato centro diurno pubblico per disabili, ma è difficile ipotizzare cosa succederà alla villa confiscata, che diversamente dagli altri beni è in buone condizioni e potrebbe essere riutilizzata se non immediatamente, almeno a breve. L’ultimo focus su Casa Giusta è stato realizzato due anni fa dalla tv pubblica tedesca, un documentario sulla tratta delle ragazze nordafricane

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