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Il caso

Duplice tentato omicidio: sentenze annullate, tutto da rifare

In primo grado condanna a 16 anni, poi ridotta a 9. In Cassazione è stato accolto il ricorso della difesa

Duplice tentato omicidio: sentenze annullate, tutto da rifare

I giudici della prima sezione della Corte di Cassazione hanno annullato senza rinvio sia la sentenza di primo grado quando era stato condannato a 16 anni che quella della Corte d’Appello di Roma, quando la pena era stata ridotta a nove anni. E hanno disposto l’invio degli atti in Tribunale a Latina per l’ulteriore corso. Alfredo Di Giacomo doveva rispondere di una serie di reati a partire dal tentato omicidio pluriaggravato per dei fatti avvenuti a Cisterna la sera del 22 ottobre del 2011.

I giudici della Suprema Corte hanno accolto completamente il ricorso presentato dagli avvocati Angelo Palmieri Gian Luca La Penna, Sinuhe Luccone che assistono l’imputato e hanno puntato nel corposo ricorso - presentato davanti ai giudici della Suprema Corte - su una serie di punti tra cui la violazione del diritto di difesa. Nei giorni scorsi la discussione e la pronuncia della Suprema Corte. E’ un caso molto raro quello che si è registrato. La pubblica accusa aveva contestato all’indirizzo dell’uomo il duplice tentato omicidio nei confronti di alcuni parenti, aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà.

Era stato ipotizzato anche il porto di arma clandestina per commettere il tentato omicidio oltre alla resistenza aggravata a pubblico ufficiale. L’imputato - secondo quanto ricostruito dagli investigatori - aveva puntato l’arma all’indirizzo di alcuni familiari con cui ha avuto una discussione. «Faccio una strage, stasera finisce male, levati di mezzo», è una delle minacce rivolte dall’uomo. In base a quanto ricostruito quella sera aveva esploso diversi colpi di arma da fuoco non riuscendo nell’intento. Grazie al pronto intervento degli agenti della Polizia era stato evitato il peggio.

I fatti contestati finiti al centro del processo erano avvenuti nel corso di una lite degenerata con alcuni familiari e dopo le minacce la colluttazione è andata avanti. Una parente dell’uomo era stata trascinata per i capelli ed era stata ferita allo zigomo e al naso. Immediato l’intervento della Polizia dopo l’allarme di alcuni vicini di casa che avevano sentito gli spari e le richieste di aiuto. L’attività era stata portata a termine dagli agenti della Commissariato di Polizia di Cisterna.

A distanza di oltre 14 anni dai fatti nei giorni scorsi il caso è stato discusso in Corte di Cassazione. La prima sentenza era stata emessa nel settembre del 2017 dal Collegio penale del Tribunale di Latina: era stata contestata l’aggravante della premeditazione, esclusa nel processo di secondo grado che si era concluso in Corte d’Appello. In quel caso i giudici avevano rideterminato la pena con una riduzione, concedendo le attenuanti generiche equivalenti alla residua aggravante della minorata difesa. La sentenza era stata emessa il 24 giugno scorso. Nei giorni scorsi sono state annullate le due condanne come disposto dalla Corte di Cassazione si riparte dal Tribunale di Latina. Nel frattempo l’uomo si è riconciliato con i familiari.

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