Il fatto
11.03.2025 - 07:30
«Sono entrati in camera da letto, mi sono ritrovato davanti sei persone incappucciate che urlavano Polizia». È iniziato così l’incubo di un avvocato di 45 anni di Latina, sequestrato in casa ieri notte, insieme alla sorella, da una banda di rapinatori, veri e propri specialisti che hanno agito con freddezza per svaligiare la loro villa, in una traversa di via Isonzo, e l’abitazione di un vicino, assente in quel momento. Hanno usato la violenza, alludendo anche alla presenza di una pistola, per spaventare il professionista e convincerlo ad aprire la cassaforte, prima di rovistare nel resto della casa, raccogliendo un bottino importante, circa 10.000 euro in contanti e gioielli, tra i quali un costoso orologio Rolex.
I Carabinieri della Compagnia di Latina sono sulle tracce di una banda di specialisti dei colpi in villa: nel corso della notte i militari della Sezione Radiomobile hanno eseguito un primo accurato sopralluogo, poi il caso è passato agli investigatori della Sezione Operativa. Le indagini sono partite in salita perché gli autori del colpo hanno avuto l’accortezza di manomettere l’impianto di video sorveglianza, portando via il registratore delle telecamere che avrebbe consentito certamente di estrapolare dettagli utili alla loro identificazione, oltre a rivelare le fasi salienti dell’azione criminale.
Il piano dei banditi è scattato intorno alle ore 3. La ricostruzione dei fatti si basa sul racconto reso dell’uomo, che ieri mattina ha formalizzato la denuncia in caserma. A quanto pare i rapinatori avrebbero forzato una delle porte del piano terra per introdursi nell’abitazione, poi hanno raggiunto la zona notte al primo piano: non è escluso che avessero studiato la vittima prima di entrare in azione, perché sono piombati nella sua camera da letto senza che si accorgesse di nulla. «Quando dormo chiudo a chiave la porta della mia camera - spiega la vittima - Ma in un secondo l’hanno sfondata e sono piombati attorno a me. Avevano le torce accese e ripetevano Polizia, ma ho capito subito che erano ladri. Erano incappucciati, indossavano dei vestiti mimetici e parlavano con accento straniero».
Uno dei banditi mostrava nella tasca quella che aveva tutta l’aria di essere una pistola, che a quanto pare non avrebbe tirato fuori, limitandosi a minacciare il professionista di essere pronto a utilizzarla. Dopo averlo malmenato hanno iniziato con le richieste.
«Mi ripetevano “alzati, dov’è la cassaforte?” - ricorda ancora l’uomo - Non potevo fare altro che assecondarli, ho aperto la cassetta, preso dall’agitazione ho anche sbagliato a digitare il codice. Ma non erano convinti, insistevano affinché indicassi loro anche la seconda cassaforte, ma era vuota e l’hanno aperta da soli perché hanno trovato la chiave». In quei momenti concitati due componenti del commando erano piombati anche in camera della sorella, dove poi hanno condotto anche il quarantacinquenne. «Mi hanno legato le mani con una cravatta - racconta la vittima - Mentre uno di loro ci piantonava, gli altri rovistavano nel resto della casa, hanno cercato ovunque, ma ho capito che si erano divisi per entrare anche nella villa del vicino che ieri notte era assente. Devono avere tentato di rubare anche in una terza abitazione, ma è scattato l’allarme. Comunicavano con i walkie talkie, e quando hanno dato l’ordine di scappare, l’uomo che stava con noi ci ha minacciati di non muoverci, poi è corso via». Non è escluso poi che potessero contare su uno o più complici all’esterno, pronti ad allertarli in caso di pericolo.
A quel punto il professionista si è fatto slegare le mani dalla sorella e ha lanciato l’allarme al 112. I carabinieri hanno effettuato subito un accurato sopralluogo in cerca di tracce utili all’indagine.
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