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Il fatto

Protezione per le rapine, sei arresti: ecco i nomi

Agricoltore sequestrato in casa e malmenato due volte, era riuscito a sventare un terzo tentativo. Poi la richiesta di denaro per porre fine agli agguati

Sequestro milionario di beni tra Roma e il litorale

Per due volte nell’autunno del 2020 lo avevano sequestrato in casa, legato e malmenato per convincerlo a indicare il nascondiglio dei soldi che sospettavano tenesse nascosto in casa, ma si erano sempre dovuti accontentare di poche migliaia di euro. Poi era successo di nuovo nel settembre di due anni fa, quando però la pronta reazione della vittima aveva costretto l’ultimo commando entrato in azione a scappare a mani vuote.

Infine era arrivata la proposta di protezione in cambio di denaro, per porre fine alla sequenza di rapine, ma un’accurata indagine dei poliziotti della Squadra Mobile ha permesso di individuare la banda che avrebbe consumato almeno il terzo colpo e la ritorsione ai danni di un agricoltore di settant’anni: ne è scaturita un’inchiesta del sostituto procuratore Valentina Giammaria che ieri mattina ha fatto scattare la custodia cautelare in carcere per sei uomini disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Barbara Coreggiano. Sono Graziano e Claudio Mangiapelo di 53 e 56 anni di Latina, Adolfo De Pascale di 70 anni di Cisterna, Italo Comparotto di 50 anni di Pomezia, Mauro Celiani di 64 anni e Roberto Scanu di 56 entrambi di Roma. Alcuni di loro erano già detenuti.


La vicenda nasce e si sviluppa nella zona tra Borgo Bainsizza e Borgo Montello, dove abitano e lavorano sia la vittima che alcuni dei suoi aguzzini, ai quali è persino legato da una lontana parentela. Il settantenne ha sempre condotto una vita umile, ma negli ultimi anni aveva attirato l’attenzione dei malintenzionati perché nel circondario si era insinuata la diceria che girasse con parecchi soldi, i proventi della vendita di un vasto appezzamento agricolo. In occasione della seconda rapina i banditi gli avevano persino portato via l’auto, salvo poi abbandonarla insieme a quella, rubata, utilizzata da loro per mettere a segno il colpo.

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