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Il fatto

Dietro agli arresti: la banda di rapinatori voleva torturare l'agricoltore

Il giorno del colpo fallito in casa dell’imprenditore agricolo, i suoi aguzzini erano pronti a sequestrarlo

Dietro agli arresti: la banda di rapinatori voleva torturare l'agricoltore

L’accurata indagine della Squadra Mobile sulle rapine e le ritorsioni subite da un agricoltore di Borgo Bainsizza ha ricostruito in maniera scrupolosa le condotte criminali dei sei indagati, consolidando un quadro indiziario che ha permesso alla Procura di chiedere ottenere la custodia cautelare in carcere per tutti. Analizzando i fatti e il contesto ambientale nel quale si era consumato il tentativo di rapina del 28 settembre 2023, gli investigatori della Polizia sono riusciti a risalire ai protagonisti dell’azione principale, ricostruendo ruoli e responsabilità di ciascuno, fino a imbattersi nell’evoluzione della vicenda, ossia la protezione offerta tramite un intermediario per porre fine alla violenza. Tra le pieghe dell’inchiesta è emersa la caratura criminale dei protagonisti, pronti a tutto per mettere le mani sui risparmi dell’imprenditore agricolo: scappando quel giorno dopo il tentativo di rapina, si erano lasciati cadere la busta che conteneva l’occorrente per sequestrare in casa la vittima. Stando al contenuto, fascette e un saldatore per stagno portatile con ricarica a gas, gli inquirenti ritengono che il commando fosse pronto a torturarlo.


A distanza di anni dalle prime due rapine del 2020 gli investigatori non potevano di certo trovare un collegamento, ma sono riusciti a identificare tutti i componenti della banda, documentando i loro spostamenti sia attraverso le telecamere di video sorveglianza della zona tra i borghi Bainsizza, Montello e Le Ferriere, ma anche analizzando i movimenti dei loro telefoni e le chiamate che si sono scambiati, soprattutto durante il colpo. Uno dei principali indiziati è Graziano Mangiapelo di 53 anni, ritenuto il basista e regista del colpo, un paio di mesi dopo arrestato dai Carabinieri con quattro chili di marijuana e hascisc e due pistole rubate. Conosce l’agricoltore e accompagna gli autori del tentativo di rapina a casa sua in via Piano Rosso. Invece Roberto Scanu e Mauro Celiani di 65 e 63 anni di Pomezia e Italo Comparetto di 50 anni di Tor Bella Monaca sono indiziati di avere tentato materialmente la rapina, mentre Adolfo De Pascali di 70 anni di Cisterna aveva la funzione di palo e di supporto logistico.


Quella sera però il piano era fallito. Forse aiutati da un altro complice non identificato, i componenti del sodalizio erano riusciti ad anticipare il rientro a casa della vittima, cogliendolo di sorpresa quando era entrato nel cortile. Le urla d’aiuto dell’agricoltore però avevano richiamato l’attenzione dei vicini, costringendo i tre banditi a mollare tutto per scappare nei campi. Uno dei testimoni li aveva persino seguiti e aveva bloccato uno di loro, ma erano riusciti a dileguarsi mostrando una pistola. La busta trovata con fascette e saldatore era stata trovata nei giorni successivi dall’imprenditore agricolo, e non aveva esitato a portarla in questura: proveniva da una ferramenta di Pomezia, un dettaglio che ha permesso di attribuirla ai rapinatori, documentando ulteriormente i loro spostamenti nelle fasi preparatorie.


Alcuni giorni più tardi l’agricoltore aveva incontrato Claudio Mangiapelo, 65 anni, suo conoscente che evidentemente sapeva essere inserito negli ambienti criminali della zona, e gli aveva chiesto di informarsi per capire chi avesse cercato di rapinarlo. Quest’ultimo poco tempo dopo lo aveva contattato, anunnciando di avere parlato con chi di dovere, chiedendogli a più riprese 4.000 euro per assicurargli la protezione. La vittima non aveva ceduto al ricatto, anzi aveva aggiornato la denuncia. Aveva avuto fiducia nell’operato dei poliziotti, e non si sbagliava.

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