Il caso
19.03.2025 - 07:30
I Carabinieri del Nipaaf
I roghi appiccati per 20 euro, gli ordini impartiti al telefono pochi minuti prima che le fiamme si alzassero in due aree boschive di pregio e i tentativi di manipolare prove e testimoni. Emergono nuovi dettagli dall’ordinanza del Tribunale di Latina che ha disposto gli arresti domiciliari per Enzo Cestra, 70 anni, presidente del gruppo di Protezione Civile Anc di Sabaudia, indagato per incendio boschivo aggravato e truffa aggravata.
Il provvedimento firmato dal gip Giuseppe Cario su richiesta della Procura di Latina, sulla base dell’indagine svolta dal Nipaaf del Gruppo Carabinieri Forestali, ricostruisce con minuzia di elementi il coinvolgimento di Cestra nei due incendi dolosi del 28 agosto 2024: quello in località Sorresca (8000 metri quadrati di bosco) e quello di via degli Artiglieri (3000 metri quadrati), zone a ridosso del Lago di Paola, in piena stagione balneare.
Le fiamme, la bicicletta e le intercettazioni
L’indagine supportata da intercettazioni telefoniche e ambientali, ha documentato la presenza sul luogo dei roghi di un 41enne, individuato come esecutore materiale. L’uomo si muoveva su una bicicletta elettrica di colore arancione, ripreso dalle telecamere mentre si aggirava con fare sospetto tra i luoghi degli incendi. Poco dopo, le fiamme. Ascoltato dagli investigatori del Nipaaf, l’uomo ha confessato: «Sono stato io ad appiccare il fuoco. Cestra mi dava 20 euro a incendio». Ma non finisce qui. Il 41enne ha dichiarato di aver agito su esplicito ordine del presidente della Protezione Civile, che in cambio di quel modesto compenso mirava a ottenere i contributi regionali per la propria associazione, attiva nel contrasto agli incendi stessi. Dichiarazioni confermate poi davanti al pubblico ministero.
Il movente: i fondi della Regione
Come ricostruito dagli inquirenti, nel periodo tra il 2021 e il 2024 l’Anc di Sabaudia ha ricevuto oltre 32.000 euro di fondi pubblici, di cui 7.000 solo nel 2024. Un quadro che, agli occhi del giudice, rafforza l’ipotesi di un movente economico alla base dei roghi: creare emergenze per richiedere interventi e rimborsi.
La paura di Cestra e il depistaggio
Particolarmente gravi i tentativi di Cestra di inquinare le prove: intercettato, ha espresso timori per le indagini («mo m’arrestano... me danno gli arresti domiciliari»), e avrebbe tentato di retrodatare le dimissioni del 41enne dall’associazione per alleggerire la propria posizione. Non solo: secondo quanto emerge, avrebbe consigliato al complice di non parlare con gli inquirenti e, addirittura, valutato di scaricare su di lui ogni responsabilità.
Il profilo del 41enne: fragilità e confessione
L’ordinanza sottolinea anche la fragilità personale del 41enne, in cura presso il Dipartimento di salute mentale. Il padre dell’uomo ha confermato agli inquirenti lo stato di vulnerabilità del figlio, che già da minore aveva necessitato di sostegno scolastico. Proprio alla luce della sua collaborazione e della difficoltà di ripetere simili reati senza l’istigazione di Cestra, il giudice ha rigettato per l’uomo la misura cautelare dell’obbligo di firma, applicando invece per Cestra gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.
L’ombra lunga sulla Protezione Civile
La vicenda getta un’ombra su un’organizzazione da sempre in prima linea nella tutela ambientale e che ora, secondo le accuse, avrebbe tradito la fiducia pubblica per interessi privati. Una dinamica giudicata «di estrema gravità» dal gip, che ha evidenziato come Cestra, se non sottoposto a misura, avrebbe potuto reiterare i reati in vista dell’arrivo della stagione estiva.
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