Cerca

Il fatto

Abusi sessuali nel cantiere edile, lo choc e la paura

Il processo per la violenza in un cantiere edile, vittima una 22enne che lavorava nell’azienda, imputato un operaio

Al lavoro in t-shirt e bermuda  Licenziato e reintegrato

«Quando mi ha chiamato per dirmi come era andata la giornata la risposta è stata questa: "uno schifo" poi al telefono mi ha spiegato cosa era accaduto e quando mi ha raccontato i fatti era agitata». È quello che ha dichiarato in Tribunale ieri pomeriggio nel corso del dibattimento, il responsabile di un cantiere di Latina dove lo scorso maggio è avvenuta una violenza sessuale.

Nel processo è imputato D.A. queste le sue iniziali, un operaio originario della provincia di Napoli, ha 42 anni, è ritenuto il presunto responsabile del reato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza che lavorava nella segreteria di un’azienda e si occupava dei lavori nel cantiere.

La parte offesa ha 22 anni ed è di Latina, era presente ieri in aula come l’imputato che ha seguito il processo. Il testimone ha ricostruito cosa è accaduto il 9 maggio del 2024 quando sono avvenuti i fatti. Secondo la denuncia la giovane prima sarebbe stata molestata con delle avances e poi palpeggiata. «La ragazza mi ha chiamato dicendomi che l’operaio mentre lei stava prendendo un caffè alla macchinetta automatica le ha detto che voleva fare l’amore con lei.

E la risposta è stata "Toglietelo dalla testa". Ha aggiunto che avrebbe minacciato di buttare giù la porta del bagno dove si era rifugiata per paura». In un altro passaggio della deposizione l’uomo - rispondendo alle domande del pubblico ministero Giuseppe Bontempo - ha rivelato che la giovane gli ha riferito di essere stata costretta a subire atti sessuali contro la sua volontà.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione