Cronaca
23.03.2025 - 10:30
Un fiore da piantare. Una speranza che poi cresce. La madre di Marco Gianni indossava il giorno della sentenza una maglietta con un’immagine del figlio circondato dai fiori. «Spero che i nostri bambini possano vivere felici in un mondo dove non si usano le armi ma si coltivano i fiori come faceva Marco», aveva detto dopo la condanna all’ergastolo di Riccardo Di Girolamo.
Parole profonde, piene di luce. «Nessuno esce vincitore, tutti hanno perso. Marco a noi non lo ridarà nessuno - ricorda il fratello Matteo - quella persona ha distrutto la sua vita, quattro famiglie e un’intera comunità. L’ergastolo è una giusta pena», aggiunge. Matteo guarda al futuro e a quello che c’è de seminare. «C’è stata la sentenza di condanna ma adesso dobbiamo rinascere, dare speranze, ricordare Marco con un fiore da piantare a Pontinia. Ecco questo è un bel messaggio di speranza: sarebbe bellissimo per tutti», ricorda Matteo. «Con mia madre spesso lo abbiamo detto questo è stato un femminicidio al contrario». Adesso è il momento di rinascere, usando le parole di Matteo.
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