Cerca

Operazione Nico, soldi e favori: due condanne per corruzione

La pena di un anno e otto mesi è sospesa. Hanno dato somme di denaro a un geometra del Comune in cambio di autorizzazioni

Operazione Nico, soldi e favori:  due condanne per corruzione

Condanna a un anno e otto mesi di reclusione con la sospensione della pena nei confronti di due imputati del processo dell’operazione Nico dove viene contestato il reato di corruzione. Ieri pomeriggio il Collegio Penale del Tribunale di Latina - presieduto dal giudice Elena Nadile e composto dai giudici Enrica Villani e Paolo Romano - ha emesso la sentenza nei confronti di Pietro Cannone, 80 anni e Maurizio Ciucci, 71 anni, entrambi residenti nel capoluogo pontino.

Nel procedimento penale il Comune di Latina è parte civile. In base a quanto ipotizzato i due imputati avevano dato delle somme di denaro a Nicolino De Monaco, dipendente del Comune di Latina del settore ambiente, (il cui iter processuale è stato diverso) per ottenere in questo modo da lui delle autorizzazioni che sapevano non avrebbero mai potuto avere seguendo l’iter ordinario. L’inchiesta era stata condotta dal pubblico ministero Valentina Giammaria e i fatti contestati sono avvenuti tra il 2019 e il 2020.

Era stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Mario La Rosa ad accogliere le risultanze investigative della Procura e ad emettere i provvedimenti cautelari eseguiti nell’aprile del 2021. I due imputati - nei cui confronti era stata emesso l’obbligo di firma - davanti al gip avevano detto che si erano rivolti al dipendente comunale De Monaco perchè gli era stato indicato da una terza persona come tecnico competente per la materia edilizia e avevano respinto le accuse. Anche nel corso dell’ultimo atto del processo uno dei due imputati aveva negato gli addebiti.

«Mi dichiaro innocente e non ho mai pensato di corrompere De Monaco, mi sono fidato di lui perchè era un impiegato comunale», aveva detto nel corso della penultima udienza quando aveva rilasciato spontanee dichiarazioni Pietro Cannone. Ieri era fissata l’udienza per le controrepliche e dopo la camera di consiglio i giudici hanno emesso la sentenza. Scontato che quando saranno depositate le motivazioni tra 90 giorni, la difesa dei due imputati presenterà ricorso in Corte d’Appello.

L’inchiesta dove era contestato il reato di corruzione era nata da un’indagine del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Latina. Nel corso degli accertamenti erano venute alla luce delle autorizzazioni per le acque reflue oltre che documenti falsi emessi dal dipendente comunale che aveva dichiarato di aver contraffatto le carte in cambio di soldi.

Il via agli accertamenti nel 2019 e al termine di una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali gli uomini dell’Arma avevano ricostruito tutti i fatti. L’amministrazione comunale di Latina contesta di aver subito un danno di immagine oltre che economico per il comportamento del suo dipendente.

Ieri è finito il processo per due imputati che erano stati rinviati a giudizio dal giudice nell’ottobre del 2021, alcuni invece tra cui il dipendente comunale avevano scelto la strada di un rito alternativo.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione