Il fatto
08.05.2025 - 12:00
Minacciata, ferita e violentata. Questo l’incubo che ha vissuto una 25enne, sequestrata e costretta a subire gli abusi di un collega di lavoro.
I fatti sono avvenuti poco più di una settimana fa e risalgono, precisamente alla sera del 26 aprile quando l’uomo, un trentenne somalo, ha costretto la donna sotto minaccia a consumare un rapporto sessuale.
L’uomo ha minacciato la donna, sua collega di lavoro, con un coltello e poi, dopo il rifiuto da parte di lei ad avere rapporti sessuali, l’ha colpita violentemente al volto.
La donna esausta, sempre sotto la minaccia del coltello, ha dovuto piegarsi alla violenza maschile del suo aguzzino.
La donna, trattenuta per circa due ore nei pressi dell’azienda di lavoro, è stata abusata sessualmente.
Una volta consumata la violenza, lo stesso 30enne somalo ha deciso di chiamare il 118, portando all’attenzione degli operatori sanitari la necessità di un loro intervento.
Nel frattempo però l’uomo era fuggito, facendo perdere inizialmente le proprie tracce.
Il personale sanitario ha informato le forze dell’ordine intervenute: hanno effettuato un’indagine lampo che, in accordo con la Procura, ha portato all’arresto del somalo, ora rinchiuso nel carcere di Regina Coeli.
Il gip ha emesso nei suoi confronti anche una misura cautelare. Si indaga ora per chiarire altri contorni della vicenda, per capire se la donna abbia subìto violenze anche in precedenza e se il 30enne sia responsabile di episodi analoghi con altre colleghe.
Le indagini stanno proseguendo cercando di non lasciare nulla al caso.
Soltanto una volta che sono giunti sul posto i militari, la donna ha rivelato l’accaduto rispondendo alle domande dei carabinieri. È stata poi trasportata in ospedale, presso il Pronto Soccorso del Sant’Eugenio.
La violenza sessuale sarebbe avvenuta a pochi passi dal parcheggio del santuario, intorno alle 16, secondo il racconto della donna (25enne senza fissa dimora).
L'uomo, anche lui senza fissa dimora, sarebbe stato rintracciato intorno alle 20. Da capire anche se i due erano stati insieme al lavoro e poi l’uomo ha preso in ostaggio la donna, oppure se sono arrivati lì non avendo condiviso la giornata lavorativa.
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